Minacce di morte al presidente dei medici vicentini. La “colpa”? Invitare i colleghi a vaccinarsi
“Ti auguriamo di morire presto ma di un’altra malattia, perchè il Covid non esiste”. Dopo le minacce di morte come questa, agghiaccianti nei contenuti, da parte di ignoti, sono arrivati da opposta direzione i messaggi di solidarietà da chi, invece, desidera esprimere la propria vicinanza al presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Vicenza. Non si può certo parlare di quiete dopo la tempesta, però, per il dott. Michele Valente, professionista con studio a Dueville, divenuto oggetto di sfogo di rabbia e in certi casi di intimidazioni esplicite che provengono da frange tra le più estremiste del controverso universo no-vax.
Un medico “colpevole”, si fa per dire, di aver consigliato ai colleghi vicentini suoi associati di aderire quanto prima alla campagna di vaccinazione anti Covid inaugurata lo scorso 27 dicembre. Ottenendo in risposta un’ampia partecipazione da parte dei medici di famiglia e medici dentisti, vicina al 100% in provincia in attesa dei riscontri dei dottori già contagiati. Ma anche la furiosa reazione da codice penale di tanti fra coloro che esprimono la propria contrarietà sconfinando dal recinto delle argomentazioni e opinioni – lecite – per cadere nella spirale dell’odio e della violenza verbale. Che l’avvento della pandemia ha esacerbato ulteriormente da un anno a questa parte, ad ogni livello, dai social in su.
A scrivere nei giorni scorsi al dottor Valente, tra gli altri, il massimo l’organo regionale della stessa associazione Omceo. “Come Medici Chirurghi e Odontoiatri del Veneto esprimiamo la massima solidarietà al presidente dell’Ordine di Vicenza che ha recentemente subito delle incomprensibili minacce di morte del tipo ‘Muori tu e tutti quelli che si vaccinano come te” e ‘Ti auguriamo di morire di Covid ma, siccome è un virus inventato, speriamo che tu muoia presto di qualche altra malattia’. Questo solo per difendere i principi in cui tutti noi medici ed odontoiatri crediamo, vale a dire il rispetto della realtà scientifica, la tutela dei nostri pazienti e di tutti i cittadini”.
Il documento ufficiale inviato a Valente e pubblicato sul sito istituzionale è firmato dai colleghi a capo delle associazioni provinciali del Veneto. “Queste minacce, anonime e vili – continua il testo di solidarietà – non vanno sottovalutate in un momento estremamente difficile per tutto il Paese. Ribadiamo che i vaccini hanno salvato l’umanità nel recente passato e ci salveranno anche questa volta, che alcune reazioni allergiche ci sono sempre state mentre e non devono essere enfatizzate ma considerate per quello che sono nella loro reale importanza da opinione pubblica e autorità giudiziaria. Nel rispetto di tutti i caduti per questa malattia e dei loro familiari, degli operatori sanitari che hanno perso la vita nella battaglia contro il Covid e di quelli che stanno lavorando in queste ore anche di sabato e domenica per accelerare il ritmo delle vaccinazioni o curare i malati, va al presidente Valente il ringraziamento per il suo impegno da parte di tutti i Consigli del Veneto”.
I messaggi minatori sono stati raccolti dal medico duevillese, e potrebbero essere messi a disposizione della Procura di Vicenza nel futuro prossimo. Provengono da tutta Italia, non solo dal Veneto, via posta e via internet. Per la quasi totalità sarebbero anonimi e solo in qualche caso firmati con nomi e cognomi, la cui identità però rimane da verificare. Tra questi si annoverano anche un paio di medici radiati dall’albo professionale, il che è tutto dire sulla matrice di provenienza delle missive. Riavvolgendo il “nastro” a monte della vicenda giunta alle pagine di cronaca, ai primi di gennaio Valente fu chiamato in causa spesso su carta stampata e tv locali per commentare la lettera di invito scritta di suo pugno e inviata ai medici vicentini.
Un’esposizione mediatica in realtà relativa che, a distanza di un paio di mesi, gli si è per così dire ritorta contro dopo aver “urtato” le convinzioni ideologiche di taluni. Un nervo scoperto. “Vado avanti per la mia strada” ha dichiarato il medico in una recente intervista proprio sull’argomento, deciso a portare fino in fondo la propria missione, sulla base delle sue convinzioni supportate da solide basi scientifiche più volte espresse e ribadire nei suoi interventi pubblici.