E’ morto Nicola Amenduni, decano di Acciaierie Valbruna. Aveva quasi 104 anni
Oltre un secolo di vita, trascorso praticamente per tre quarti all’interno degli stabilimenti di famiglia conosciuti come Acciaierie Valbruna, maxi industria vicentina del settore della metallurgia con sede nel capoluogo berico, fondata nel 1925 e che ancora oggi impiega oltre duemila lavoratori. Da poche ore in lutto per la morte del patron Nicola Amenduni, ultracentenario che avrebbe compiuto 104 anni in primavera, nel mese di aprile.
Di origini pugliesi ma con discendenza trapiantata in Veneto da più generazioni, Amenduni senior era considerato a ragione il patriarca dell’omonimo gruppo Amenduni e non ultimo della dinastia di imprenditori dell’acciaio. Prese in mano l’azienda negli Anni ’50 dal suocero Ernesto Gresele, il fondatore, trasformandola in un’industria di portata internazionale, aprendo e acquisendo nuove sedi, una quarantina ad oggi.
Alle soglie del suo 100° compleanno Nicola Amenduni, persona di cultura con più lae oltre che grande industriale ed esperto di finanza, aveva pubblicato un libro (con ricavato in beneficienza) con le sue memorie intirolato “Olio, Acciaio e Fantasia”, un desiderio che serbava da tempo, parlando della sua infanzia in provincia di Bari, dei primi lavori a fianco del padre Michele a soli 11 anni di età, di quel papà pioniere dell’industria dei macchinari per la raccolta dell’olio, dell’amore per Vicenza e il Veneto sua terra d’adozione.
Lo ricorda Laura Dalla Vecchia, presidente di Confindustria Vicenza. “Nonostante la sua straordinarietà e grandezza sia come uomo d’impresa che come cittadino ha sempre rappresentato un esempio di come essere una persona vera, con grandissima visione e ampie prospettive, ma sempre fermamente legata al territorio. Una persona che ha creato tanto benessere per la propria comunità attraverso il lavoro, ma che, al contempo, con la propria proverbiale discrezione, ha sempre dato un importante contributo a Vicenza anche in termini di solidarietà. Un punto di riferimento che non potremo mai dimenticare”.
Amenduni è spirato nel corso della notte tra domenica e lunedì e la data delle esequie sarà resa nota nelle prossime ore. E’ stato per anni presidente di Federacciai e, per convinzione, più volte contrario a ricevere il riconoscimento di Cavaliere del Lavoro e tra i sostenitori più generosi della Fondazione San Bortolo Onlus a favore dell’ospedale berico. Soprannominato “Don Nicola” e “Re dell’Acciaio”, Amenduni era nato il 4 aprile 2018 a Bari, nel corso della Grande Guerra. Ha guidato l’azienda dal 1958 fino al nuovo millennio con lucidità invidiabile nonostante l’età avanzata, portandola a un fatturato prossimo al miliardo di euro con intorno i cinque figli (Michele, Ernesto, Massimo, Maurizio e Antonella) a sostenerlo e prendere in mano le redini degli affari.