Elezioni, la Lega lancia Bizzotto e ricandida Stefani e Pretto. In corsa anche Castaman (Viacqua)
Chiuse anche nella Lega le liste per le prossime elezioni politiche del 25 settembre. In Veneto, ieri il presidente della Regione Luca Zaia nel corso della conferenza stampa da Palazzo Balbi ha preso le distanze dagli esiti delle trattative, ma come sempre senza affondare il colpo di un partito che lo vede sempre più estraneo alle logiche del segretario federale Matteo Salvini. Zaia infatti è andato in slalom fra le numerose domande dei giornalisti che hanno messo in luce la sostanziale mancanza di candidati papabili a lui fedeli.
«Le liste dei candidati della Lega non sono passate per il direttorio regionale. Io stesso – ha detto – ne ho avuto contezza solo quando sono state depositate, tra lunedì sera e martedì mattina. E i nomi da soli contano relativamente, perché conta anche la posizione e le dinamiche legate alla presenza degli stessi candidati in più collegi. Ora dobbiamo lavorare pancia a terra per portare a casa il risultato. Le analisi, i commenti, le osservazioni e le critiche si faranno dopo le elezioni, non è il caso ora di alimentare le polemiche, magari avranno un bel risultato».
Nelle scorse settimane in più di una interviste Zaia aveva evidenziato come servisse alla Lega e al centrodestra un cambio di passo: meno ideologia e più aperture su temi come l’ambiente, il posizionamento atlantico ma anche l’immigrazione, la sessualità e le “nuove famiglie”, decisamente contro corrente rispetto alla linea di Salvini.
«Io rispondo solo di quello che faccio e queste liste non le ho fatte» ha detto ieri, spiegando anche che «la pazienza è la virtù dell’intelligenza» e che la madre di tutte le battaglie nel prossimo Parlamento per la Lega dovrà essere l’autonomia attesa da cinque anni dai veneti: «Su questo non si transige, saremo come un nido di vespe. Il mio partito, Forza Italia e Fratelli d’Italia si giocano la sopravvivenza: affossare l’autonomia significa non potersi più presentare da queste parti».
In attesa di una resa dei conti che non arriva, anche il Carroccio ha dovuto gestire una scelta dei candidati veloce, caotica e delicata a causa del taglio del numero dei posti da parlamentare disponibili: alle elezioni si voterà infatti ancora con il “Rosatellum”, la legge elettorale usata alle ultime elezioni del marzo 2018, ma rispetto a quattro anni fa si eleggeranno solo 600 parlamentari invece che 945 (400 alla Camera e 200 al Senato). E dati i risultati di quattro anni fa (Lega allora oltre il 17%) lo stesso Zaia ha spiegato che «ci sono tanti uscenti e pochi posti».
Le candidature nel vicentino
Intanto la situazione degli uscenti: l’attuale ministra per le disabilità e prima per gli affari regionali (nonché senatrice) Erika Stefani è candidata come capolista nel collegio plurinominale del Senato a Treviso. L’europarlamentare bassanese Mara Bizzotto vola da Bruxelles a Roma, assicurandosi l’elezione grazie alla candidatura all’uninominale al Senato nel collegio Padova-Vicenza-Verona: un seggio certo. Una scelta che sarebbe stata motivata anche dalla decisione di prevedere un posto a Bruxelles l’anno prossimo per il vicentino Roberto Ciambetti, in un domino che tornerebbe utile anche a un altro bassanese, Nicola Finco, per la sua corsa in Regione.
Quanto ai deputati uscenti, il maranese Erik Pretto è capolista nel plurinominale alla Camera nel collegio Bassano-Vicenza. «Sono orgoglioso di poter rappresentare la Lega come capolista alla Camera – ha detto -. Vicenza ed il Veneto meritano costanza e dedizione, che ciascun candidato saprà assicurare certamente anche in questa campagna elettorale, in piena sinergia con la struttura del nostro Partito». Pretto non ha mancato di citare i colleghi con posizioni meno fortunate della sua, Salvini ed il commissario regionale Alberto Stefani, «che tanto stanno facendo per supportare il lavoro dei nostri instancabili militanti e sostenitori».
Il riferimento è alla collega uscente Silvia Covolo, piazzata (con zero speranze di rielezione) quarta nel plurinominale vicentino. Idem per Germano Racchella, sindaco di Cartigliano, quarto ma nel collegio trevigiano. Due che, insomma, dovrebbero ora correre in campagna elettorale, ma per far vincere gli altri e il partito. «Rivendico quindi tutto quanto ho fatto nell’interesse del territorio che mi ha eletta e che ho sempre cercato di mettere al primo posto, perché per me contano prima di tutto le persone che hanno riposto in me la loro fiducia e che mi dispiace di non poter più rappresentare» ha detto Covolo al Giornale di Vicenza.
La sorpresa, in casa Lega, è data dalla candidatura di Giuseppe Castaman, presidente di Viacquae Medio Chiampo, candidato un gradino più su proprio della Covolo (senza essere un parlamentare uscente, peraltro). Già sindaco di Zermeghedo e presidente del Consiglio provinciale di Vicenza e assessore provinciale, un passato nella DC e una sfilza di incarichi in enti e istituzioni locali, Castaman tenta insomma il salto a Roma. Saltata invece l’ipotesi della candidatura del vicesindaco di Vicenza e commissario provinciale Matteo Celebron.
In sintesi, questi i candidati della Lega che gli elettori vicentini troveranno sulle loro schede: per il plurinominale del Senato (collegio Padova-Vicenza-Verona) Andrea Ostellari, Mara Bizzotto, Robert Mantovanelli, AngelaColmellere; plurinominale alla Camera, collegio di Bassano-Vicenza Erik Pretto, Ingrid Bisa, Giuseppe Castaman, Silvia Covolo. Collegio uninominale al Senato (Vicenza): tutto il centrodestra propone Mara Bizzotto, mentre per l’uninominale alla Camera i candidati del centrodestra, di cui fa parte la Lega, sono espressione di Fratelli d’Italia: Silvio Giovine (collegio di Bassano) e Maria Cristina Caretta (collegio di Vicenza).