Esperto di informatica stolkerava e diffamava la ex via social e web: denunciato
Il personale specializzato del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni “Veneto” di Mestre a seguito di complesse indagini telematiche, svolte sotto la direzione della Procura della Repubblica di Venezia, ha individuato un soggetto che, dietro l’anonimato garantito dal web, minacciava e molestava da molto tempo una donna con la quale era stato legato in passato da una relazione sentimentale.
Si tratta di un professionista del vicentino che, deluso dalla fine di una relazione sentimentale con una donna del proprio paese, ha sfruttato le proprie conoscenze informatiche, riuscendo, con sofisticate tecniche di anonimizzazione, a mettere in atto un piano di vessazioni e di terrore con il quale punire la sua ex amante, colpevole di aver troncato il loro rapporto. Una condotta continuata per anni, che ha portato la donna a sporgere denuncia.
Le indagini, curate inizialmente dai carabinieri vicentini, hanno consentito di dare un nome al responsabile degli atti persecutori compiuti nei confronti della donna – da post diffamatori e minatori inviati da profili “fake” di Facebook appositamente creati a telefonate mute inoltrate da numerazioni straniere virtuali, fino ad annunci su siti di incontri erotici inseriti a nome della vittima e creati dall’uomo da connessioni estere. L’uomo arrivava persino ad effettuare accessi abusivi ai profili personali dei social network della vittima. Sulla base degli accertamenti sulle tracce telematiche lasciate, la Procura della Repubblica di Venezia ha emesso un decreto di perquisizione a carico dell’uomo.
Eseguita ai primi di aprile da parte degli agenti del compartimento di polizia postale del Veneto e della squadra mobile di Vicenza, la perquisizione ha permesso di individuare lo stalker e di acquisire importanti elementi a riscontro dei reati che gli sono contestati.
La polizia postale consiglia alle vittime di stalking, anche commesso tramite il web, di denunciare immediatamente gli atti persecutori subiti. Le dinamiche legate alle policy di conservazione dei dati dei vari social network richiedono infatti di agire celermente ed a tal fine è necessaria l’indicazione, da parte delle persone offese, dei dati dei profili social dei molestatori. Per Facebook occorre infatti individuare l’ID utente, per le mail conservare l’header (o intestazione) e non cancellare le chat delle app di messaggistica, facendo, se del caso, degli screenshot.