Florio Pozza, l’eclettico artista tra le vittime dell’A31: “Che la musica sia con voi” VIDEO
Bastava citare il nome di Florio e, per chi è abituato a bazzicare negli ambienti, nelle feste popolari e nei locali dove si suona buona musica del Vicentino, per immaginare in un baleno il sorriso bonario di Florio Pozza intento a manovrare le dite sulla sua chitarra acustica e a soffiare su un didgeridoo, tipico strumento a fiato aborigeno, di cui era il gran maestro. Allo scoccare di un mezzogiorno qualsiasi il talentuoso musicista, ma anche scrittore, insegnante e artigiano creativo, nato 60 anni fa in Australia e poi adottato dal Veneto e da Vicenza dove viveva, se ne è andato. Avvolto non dalla musica sua ragione e fondamento di vita, ma dalle fiamme del terrificante rogo lungo l’autostrada Valdastico Sud, ieri a mezzogiorno. E’ lui una delle quattro vittime accertate.
Inconfondibile il suo slang, composto – ad arte quando lo enfatizzava – da un mix di inglese aussie, italiano e dialetto vicentino, una sorta di “dizionario australoveneto” come amava definirlo, titolo anche di uno dei suoi libri. Un melting pot del suo essere ma anche della sua natura di artista senza confini, che lo rendeva un evergreen di 60 anni portati con una giovialità senza pari. Nativo dello stato della Victoria, Florio aveva ripercorso all’inverso il viaggio da emigrante, rientrando in Italia con la famiglia, terra dei suoi genitori, dove ha completato gli studi e iniziato a coltivare le sue passioni artistiche dai 14 anni. Tra i suoi tratti distintivi l’immancabile berretto all’americana che indossava quasi sempre, contribuendo a renderlo ancora un eterno giovane sbarazzino amante della vita, un detonatore di energia che sprigionava senza remore con la gente.
Qui una sua esibizione del novembre 2013, proprio a Noventa Vicentina.
Negli ultimi anni, ai concerti affiancava l’attività di insegnante di chitarra e di didgeridoo presso il Cuca di Sovizzo, centro dove cultura e musica fanno da humus e di cui proprio Pozza costituiva uno degli emblemi. Oltre ad aver pubblicato tre libri e al suo impegno costante in ambito musicale, l’apprezzato artista aveva anche esposto le sue opere da artigiano e scultore, specializzandosi nella costruzione di lampade estrose e singolari, sovente richiamanti temi della sua terra natìa, l’Australia. Inoltre, spesso lo si incontrava nei mercatini popolari, in occasione di sagre e feste, e anche il teatro rientrava tra le sue poliedriche passioni.
Recentemente si era interessato in prima persona dell’iniziativa benefica “Dona un flauto per i bambini Masai del Kenya“, rendendosi anche disponibile come testimonial. Il prossimo 6 giugno sarebbe stato uno degli ospiti dell’auditorium di Marano Vicentino, nel corso di una delle serate di presentazione del progetto che ha già coinvolto, in pochi mesi, centinaia di vicentini.
Le ultime note, prima della tragedia sulla strada del ritorno a casa verso Vicenza, Florio le aveva dedicate ieri agli ospiti del centro per persone con disabilità di Noventa. Avrebbe compiuto 61 anni il prossimo luglio. Spesso, a chi incontrava e durante le sue performance, diceva: “che la musica sia con te”.
“Possiate viaggiare verso l’infinito for ever”