Funerale di un giovane sinti: chiesa colma e folla nel piazzale. E’ polemica sulla gestione
Ad accogliere il feretro di un giovane di 25 anni, cittadino italiano di etnia sinti, salutato dai clan di parenti e amici, è stata la chiesa di Maddalene a Vicenza. Che, però, non poteva contenere la folla che ieri mattina ha raggiunto la frazione del capoluogo berico, creando una situazione di pericolo in termini di emergenza sanitaria oltre che di probabile infrazione alle norma anti diffusione del contagio.
Secondo più fonti sarebbero state almeno 300 le persone assiepate all’interno della chiesa – stracolma -, oltre a quelle sul sagrato e sul piazzale, come testimoniano d’altronde dei video amatoriali ripresi dai telefonini subito divenuti virali in poche ore. Con il corollario, inevitabile, di una certa preoccupazione ma soprattutto di sdegno e polemiche assortite che hanno investito la vicenda visto il maxi assembramento creatosi nel quartiere. Almeno e ad onor del vero, tutti i partecipanti indossavano le mascherine di protezione.
Arrivando a toccare anche il Comune di Vicenza, che non avrebbe – ma il condizionale è d’obbligo all’indomani della vicenda e in attesa di risposte ufficiali da parte dell’istituzione – effettuato i dovuti controlli di sicurezza auspicabili, visto l’assembramento di individui al di fuori dei limiti di legge. Un caso analogo, in occasione di un funerale di un capoclan nomade, si era registrato in provincia di Treviso il mese scorso fa. In quel caso fioccarono multe da 400 euro, circa 40 secondo la stampa locale, nonostante la cerimonia funebre in corso. Raffaele Colombara, esponente delle minoranze in Consiglio Comunale a Vicenza, ha preannunciato un’interrogazione nella prossima seduta.
Tanta, troppa, gente in strada. Tanto che il corteo funebre avrebbe paralizzato il traffico per quasi un’ora, creando disagi alla circolazione, anche per la sfilata di auto di lusso che hanno accompagnato la processione post cerimonia. Scene forse ordinarie fino al mese di febbraio scorso in occasioni analoghe, vista l’ampia partecipazione di famiglie sinti come da costumi tradizionali, e a maggior ragione vista la giovane età del defunto, ma che in regime di emergenza sanitaria almeno sulla carta non sono più consentite. Nessuno, secondo quanto affermano alcuni residenti di Maddalene e lo stesso Colombara, avrebbe mosso un dito per disperdere la folla o sanzionarla come previsto dal Dpcm in vigore. La Questura di Vicenza, competente sul tema di alte concentrazioni di persone, o non era stata informata del “pericolo” oppure non si aspettava una simile marea di gente.
“Sono intervenute due pattuglie di polizia locale – scrive il consigliere – che però non hanno interrotto la cerimonia né, al momento, sembra essere stato preso alcun provvedimento. Le strade erano bloccate, e da chi? Chi ha autorizzato tutto questo? Perché l’amministrazione non ha interrotto immediatamente la cerimonia e multato comportamenti irrispettosi della normativa vigente in materia Covid? Dov’è il sindaco Francesco Rucco quando è necessario il pugno fermo? Chi ha mandato e a carico di chi gli operatori ecologici che sono intervenuti a ripulire tutto alla fine della cerimonia? Un fatto molto grave, rispetto a cui procederemo nelle verifiche e con le opportune azioni successive”.
Sulla vicenda si è espressa anche Silvia Maino, consigliere regionale di maggioranza e di fede leghista, intervistata da un’emittente locale. “Non è in discussione il diritto di effettuare un funerale secondo i riti della Chiesa, ma qui ci sono delle regole che tutti i cittadini sono tenuti a rispettare: non sono ammissibili centinaia di persona ad una cerimonia. Qui siamo di fronte a un comportamento decisamente incivile“.