Fusione Aim e Agsm: “s’ha da fare” dopo il sì del Comune. Tra aspre critiche
C’è chi la definisce come una “svolta storica” e chi come un “funerale” per i servizi pubblici della città berica, secondo la terminologia moderna definiti come multiutilities. Fatto sta che ieri il Consiglio Comunale di Vicenza ha sancito l’ok all’incorporazione di Aim Vicenza Spa in Agsm Verona, dopo la votazione definitiva che ha visto 19 consiglieri berici votare a favore – e 12 contro – della proposta di fusione. Dopo vari anni di ammiccamenti, passi avanti e indietro, smentite, discussioni e infine trattative concrete, ci sarà un’unica società di gestione per garantire ai cittadini dei due capoluoghi veneti i maggiori servizi pubblici integrati. Alla faccia dei campanilismi, lasciati ormai “solo” al calcio. “Non è un’operazione politica ma industriale” garantisce la squadra di governo del capoluogo berico, ma piovono anche le voci di dissenso.
Il sindaco di Vicenza Francesco Rucco è raggiante per lo scoglio decisivo oltrepassato, in attesa della ratifica (scontata) da parte dell’assemblea Aim: “Un momento storico per la città che consentirà di raggiungere importanti obiettivi come il miglioramento dei servizi, una maggiore competitività, un risparmio per gli utenti e la tutela dei posti di lavoro. E che mette nelle condizioni Aim di poter reggere l’urto della competizione del libero mercato”.
Tra i contrari al matrimonio Raffaele Colombara, consigliere di minoranza dell’ente locale. “L’amministrazione Rucco ha votato ed ufficialmente distrutto Aim, consegnandola nelle mani dei veronesi. Da oggi Vicenza non conterà più nulla, cancellato oltre un secolo di storia di un’azienda che è da sempre appartenuta ai vicentini. Regalato il nostro gioiello ad altri che da Verona (ed a breve da chissà dove) decideranno la maggior parte dei servizi della città. Ma il vero motivo sta nella politica: la Lega, quando ha sostenuto Rucco per le elezioni, ha posto condizioni precise, e questo ne è il risultato. Il danno ormai è fatto”.
Dall’integrazione tra Aim Vicenza e Agsm Verona nascerà un gruppo da 1,5 miliardi di euro di ricavi, 150 milioni di margine operativo lordo e circa 2 mila dipendenti. Un nuovo soggetto, a capitale pubblico, che ambisce a giocare un ruolo di leadership in qualità di polo aggregante, in particolar modo nel Nord-Est. Senza l’esclusione a priori di nuovi ingressi in futuro. “Ci integriamo con Verona – prosegue Rucco – perchè è insita nella natura stessa delle società multiservizi mettere a sistema le risorse di personale, know how, tecnologie al fine di migliorare la qualità del servizio, ridurre i costi e tutelare i posti di lavoro per i dipendenti. E’ fondamentale fronteggiare l’aggressività dei grandi players del settore che in regime di libera concorrenza schiaccerebbero con estrema facilità le piccole realtà dei territori. Questa non è un’operazione politica ma è un’operazione industriale che dà continuità ad un percorso iniziato dalla passata amministrazione che però non era riuscita a portarla a termine. C’è già interesse e la possibilità di valutare eventuali unioni con altre società che hanno capito che restare da sole le mette a rischio di cannibalismo da parte di grandi realtà. Noi siamo una realtà più piccola rispetto a Verona per cui il processo – vale a dire la fusione per incorporazione – non poteva essere diverso”.
Un accordo comunque rivisto rispetto a quello ipotizzato nel corso del 2017, prima del naufragio temporaneo delle trattative poi riprese nei mesi scorsi. Migliorativo per Aim, anche qui secondo le rassicurazioni della Giunta comunale berica, con garanzie e tutele che prima non erano state previste. “Il controllo della società sarà paritetico e saremo determinanti su tutte le scelte perché è garantito dallo statuto che prevede tre società a Vicenza su sei aree business nonostante il nostro peso industriale sia ben inferiore al 50%. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato, amministrazione, Aim e advisor perché tutti hanno agito da squadra per portare a casa questo grande risultato”.
L’operazione, ancor prima di prendere forma, è già costata alle casse pubbliche circa 900 mila euro in compensi per le varie consulenze preventive e preparatorie, istituite per verificare la fattibilità dell’aggregazione a due. “Per quanto riguarda la spesa per il lavoro degli advisor – puntualizza ancora Rucco – ricordo che nel 2017 fu di 300 mila euro per un’operazione che non andò in porto, mentre ora è stata di 600 mila euro, una cifra ben inferiore a tante altre operazioni in giro per l’Italia. La fusione a livello regionale era un nostro preciso impegno preso in campagna elettorale”.
La nuova società sarà amministrata da un consiglio di amministrazione che avrà una durata di 3 anni e sarà composto da 6 membri, ivi compreso il presidente, il vice presidente e il consigliere delegato. Il “concambio” tra Aim e Agsm è pari rispettivamente a 38,8% e 61,2% come indicato nel parere di congruità dell’advisor Equita SpA. Il progetto di fusione deliberato in data odierna dal consiglio comunale dovrà essere approvato dall’assemblea straordinaria dei soci dell’azienda che confluirà nel gruppo.