Giovane medico e ricercatore muore a 37 anni per un male incurabile. Ieri l’ultimo saluto
Per il dottor Fabio Bagante, chirurgo vicentino di soli 37 anni, si era avviata una carriera importante e che prometteva un futuro radioso anche in ambito accademico, viste le specializzazioni ottenute negli Stati Uniti ad arricchire il suo curriculum professionale. E guadagnandosi inoltre premi e riconoscimenti a testimonianza del talento e delle capacità riconosciute a livello internazionale al giovane medico vicentino.
Ma è soprattutto un rapporto denso di umanità con la gente, i pazienti che seguiva dal polo ospedaliero di Verona dove aveva un contratto come ricercatore, a venire interrotto al pari di una vita prematuramente spezzata da una grave malattia oncologica che ha funestato gli ultimi mesi dello specialista in chirurgia epato-biliare.
Salutato ieri pomeriggio a Vicenza, la città dove era cresciuto fino al completamento degli studi superiori al Liceo Lioy, dai congiunti, genitori e le sorelle in particolare, dai colleghi e amici e anche da chi è rimasto attonito alla notizia dell’addio di quel bravo e ancora medico che si era occupato delle cure. Tanti i messaggi di cordoglio e di partecipazione al dolore che sono apparsi a partire dal week end di Ferragosto, con anche il sindaco del capoluogo berico Francesco Rucco a esprimere un pensiero per “un giovane vicentino che ci ha saputo rendere orgogliosi per ciò che faceva per gli altri”.
A strapparlo al suo cammino di vita, alla carriera assicurata viste le premesse descritte e all’affetto delle persone più care è stata una rara forma di tumore cerebrale. Scienza e ricerca medica attraverso i suoi colleghi hanno messo in campo ogni risorsa a disposizione per salvarlo, ma un destino cinico giovedì nella notte ha emesso la sua incontrovertibile sentenza, chiamando a un disegno superiore Fabio e le sue aspirazioni e legittime ambizioni sul futuro che lo attendeva. Togliendo proprio un combattente alla “prima linea” nella lotta al cancro nelle due varie forme, una mente brillante che dedicava gran parte del suo tempo a contrastare le neoformazioni di natura maligna, un lavoro riconosciuto in ambito internazionale. Tanti i messaggi di affetto anche in lingua inglese apparsi sui social, segno tangibile dei legami maturati a Baltimora e nelle altre esperienze oltreoceano.
I genitori Maurizio e Luisa, insieme alle sorelle Anna e Francesca e alla compagna ieri hanno accompagnato il feretro del figlio e fratello nell’ultimo viaggio terreno, “con il cuore infranto e l’anima straziata“, come riporta l’epigrafe. Il funerale è stato celebrato nella chiesa di Anconetta, frazione della periferia nord della città. La famiglia Bagante ha indicato nella Fondazione Giovanni Celeghin, specializzata nella raccolta fondi per la ricerca scientifica sui tumori cerebrali, l’associazione a cui devolvere offerte in memoria di Fabio. Con la speranza che anche questo gesto concreto possa contribuire a debellare simili forme subdole di malattia e dare speranza di guarigione a chi le sta affrontando con coraggio.