Giuseppe Castaman: “Ecco il piano di Viacqua per affrontare la crisi idrica”
La carenza d’acqua è una dei grandi problemi che affligge gran parte del mondo, e da qualche tempo anche il nostro paese e il Veneto, tradizionalmente ricco di fonti idriche, ha cominciato a confrontarsi con la scarsità di questo bene prezioso: colpa della crisi climatica.
Un recente studio mostra come il Veneto sia una delle regioni d’Italia più a rischio siccità con gravi ripercussioni soprattutto nel settore dell’agricoltura.
Ospite di Radio Eco Vicentino, Giuseppe Castaman presidente di Viacqua (l’ente che serve 68 comuni e oltre mezzo milione di abitanti) fa il punto della situazione: “Stiamo constatando amaramente – spiega – non sono solo l’assenza di precipitazioni ma anche il livello di esaurimento delle sorgenti che non è mai capitato nel corso degli ultimi decenni. Il riscaldamento climatico ha fatto sì che l’acqua, da un bene quasi inesauribile, sia oggi un bene che deve essere tutelato e che diventerà sempre più prezioso. Sarà necessario quindi adottare dei cambiamenti non solo nello stile di vita famigliare, ma sicuramente anche nei settori agricoli e industriali”.
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Viacqua sta rilevando un preoccupante abbassamento dei livelli delle falde acquifere per cui è necessario gestire al meglio questa risorsa, mettendo in sinergia tutte le realtà coinvolte: “Insieme al consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta stiamo riattivando un sistema che era sperimentale e che vorremmo diventasse costante, ossia immettere nelle falde l’acqua delle rogge non utilizzata per l’irrigazione – spiega Castaman -. E’ un progetto innovativo che coinvolgerà quattro comuni: Montecchio Precalcino, Breganze, Cornedo e Sarcedo. Questo però non basta, noi gestiamo solo una parte: il restante sono pozzi privati concessi alle aziende in anni nei quali il tema dell’acqua carente non esisteva”.
E’ insomma necessario trovare nuove soluzioni: “Stiamo investendo – spiega il presidente di Viacqua – per arrivare ad una gestione ottimale della risorsa idrica: dobbiamo metterci attorno a un tavolo per capire quali sono le priorità e dove bisogna intervenire. Serve una pianificazione strutturale, anche con la stesura di norme più chiare: dobbiamo pensare a un’entità che sovrasti le conflittualità locali”.
Soltanto il 2% dei fondi del Pnrr in Italia verrà investito per aiutare il settore idrico, ciò nonostante il presidente di Viacqua rassicura e spiega uno dei grandi progetti strategici in via di realizzazione: ”Abbiamo stipulato un contratto tra le aziende Acque Venete, Acegas, Aps e ottenuto un finanziamento importante di 33 milioni, un terzo dei quali andranno a Viacqua. Li abbiamo concentrati nei comuni nella zona dell’Astico, dove è più alta la media di perdite dirette: circa un 34%. Queste perdite verranno risanate grazie non solo alla sostituzione di tubi: è un lavoro di efficientamento, di controllo e previsione delle perdite, di sostituzione dei contatori che permetterà la riduzione in due anni di 2 milioni e mezzo di metri cubi d’acqua che venivano dispersi in falda. I pozzi piezometrici sono scesi negli ultimi decenni di 3 metri, questo vuol dire che nelle zone risorgive dove l’acqua riaffiorava spontaneamente adesso bisogna pescare più a fondo. La vera impresa sarà quella di non intaccare le falde sotterranee che sono una vera riserva d’oro – spiega Castaman – sarà necessario fare sul territorio una formazione di educazione civica sulle risorse naturali a cominciare dall’acqua”.
Viacqua conta 360 dipendenti ed è classificata tra le prime 150 aziende della nostra provincia, a sottolineare l’importanza di questa società pubblica nel servizio della distribuzione e valorizzazione della risorsa acqua.