I familiari di Rebellin: “Siamo abbastanza soddisfatti, ma nessuna pena può restituirci Davide”
“Moderatamente soddisfatti, ma Davide non tornerà”. Non è stata una giornata facile, quella di oggi, lunedì 14 ottobre, per i familiari del compianto campione di ciclismo Davide Rebellin, ed in particolare per la mamma Brigida e il fratello Carlo che, nonostante il dolore per la tragica perdita, hanno trovato la forza di presenziare, in Tribunale a Vicenza, all’ultima udienza del processo per omicidio stradale aggravato per sentire pronunciare la sentenza a carico di Wolfgang Rieke.
Il camionista tedesco di 64 anni che con il suo mezzo pesante ha travolto e ucciso a soli 51 anni il loro caro mentre si stava allenando in bicicletta, il 30 novembre 2022, a Montebello Vicentino, dandosi poi alla fuga: quattro anni di reclusione, più la revoca della patente di guida e il pagamento di tutte le spese processuali, questo in sintesi il dispositivo letto, dopo una breve camera di consiglio, dal giudice Filippo Lagrasta che presiedeva il collegio giudicante. In aula c’era anche il Pubblico Ministero titolare del procedimento penale, il pm Roderich Blattner.
La madre Brigida Gattere e Carlo Rebellin con anche la nipote della vittima, Andrea Stella, figlia di un altro dei tre fratelli, Simone (il terzo è Stefano), sono stati accompagnati in aula dal loro legale, Davide Picco del foro di Vicenza, e da Alessio Rossato, il loro consulente di Studio3A-Valore, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che ha assistito e seguito fin dall’inizio tutta la famiglia, compresa la moglie Francoise Marie, nell’iter risarcitorio, chiuso da tempo. E all’uscita hanno preferito non parlare di fronte ai tanti media presenti, affidando proprio ad Alessio Rossato i loro pensieri e commenti.
Condannato a 4 anni il camionista tedesco che travolse e uccise Davide Rebellin
“Siamo moderatamente soddisfatti per l’entità della pena inflitta, considerate le leggi sull’omicidio stradale – ha spiegato Carlo Rebellin attraverso il suo consulente personale –. La Procura di Vicenza ha svolto un importante lavoro e l’imputato ha fatto anche otto mesi di carcere, evento molto raro in queste circostanze”.
“D’altra parte – ha concluso il fratello -, anche se lo avessero condannato a dieci anni il dato di fatto è che Davide non ce l’avrebbe comunque restituito nessuno, non sarebbe tornato indietro”. Ed è proprio questa l’unica, amara considerazione della mamma Brigida, che non è voluta entrare nel merito della sentenza, limitandosi a prendere dolorosamente atto che “mio figlio purtroppo l’ho perso per sempre, non c’è più”.