Il consigliere Formaggio contro l’ipotesi moschea: “ci sono già microcriminalità e spaccio”
Problemi di sicurezza, di parcheggi, di svalutazione immobili. Almeno tre ragioni per cui, secondo il consigliere regionale Joe Formaggio, esponente vicentino di Fratelli d’Italia, il nuovo centro islamico da realizzare a Vicenza città in Corso San Felice, non s’ha da fare. Secondo l’ex sindaco di Albettone, componente di maggioranza del Consiglio Regionale del Veneto, il progetto che prevede la costruzione di un luogo di culto – capienza di 600 posti in termini di accessi – dedicato ai fedeli musulmani trova molteplici motivi ostativi.
Dichiarazioni perentorie quelle espresse attraverso un comunicato stampa da Formaggio, che vede in questa proposta un “pericolo” per il quartiere, che – testualmente – teme ne venga “compromesso il futuro“. Microcriminalità e spaccio sul piano dell’ordine pubblico ne consiglierebbero, per usare un eufemismo, l’edificazione altrove. “Non possiamo permettere – è un passaggio della lunga dichiarazione inviata alle redazioni stamattina – che il futuro di un intero quartiere venga compromesso in nome di un progetto che non tiene conto delle esigenze e della sicurezza della comunità locale, perché questi centri islamici alla fine molto spesso diventano centri che creano problemi e disagi”.
La posizione del consigliere regionale viene letta da alcuni tra gli oppositori come al centro di una strategia politica di raccolta di consensi prima ancora che mossa da ideologia. Già peraltro sono note le esternazioni del politico in tal senso, che lo portarono nel passato a giudizio per istigazione all’odio razziale, oltre a quelle in più occasioni espresse nella trasmissione di Radio Rai “La Zanzara”. In questo caso specifico, Joe Formaggio si propone come portavoce del malcontento di parte dei cittadini. “Esprimo ferma opposizione all’apertura di un nuovo centro islamico in Corso San Felice, destinato a ospitare oltre 600 fedeli. La mia posizione – dice – si allinea alle preoccupazioni dei residenti, che manifestano contrarietà al progetto, evidenziando criticità legate all’assenza di parcheggi e problemi di sicurezza e ordine pubblico”.
L’equazione centro islamico uguale peggioramento della situazione in questi termini non è nemmeno espressa velatamente. “Non possiamo permettere – afferma – che in una zona già fragile dal punto di vista della sicurezza, con una forte presenza di microcriminalità e spaccio, venga insediata una struttura di tali dimensioni. La costruzione di un centro di queste proporzioni non farebbe altro che aggravare la situazione, con conseguenze dirette sulla qualità della vita dei residenti e sulla sicurezza del quartiere. Inoltre, assisteremo inevitabilmente a una forte svalutazione degli immobili, danneggiando ulteriormente i cittadini che hanno investito in questa area. Assicuro che continuerò a monitorare da vicino la vicenda, richiedendo l’intervento delle forze dell’ordine e la sospensione immediata di ogni attività legata al progetto fin quando non verranno rispettate le norme urbanistiche e di sicurezza – aggiunge il consigliere –. Confermo la mia partecipazione alle proteste già organizzate dai residenti della zona.