In 300 in sciopero al Fogazzaro contro la preside: “Frasi sessiste e grassofobe”
Non si placa la polemica degli studenti, in questi ultimi giorni di scuola, sulla questione del “decoro” nell’abbigliamento da tenere in classe. A Vicenza, oggi hanno protestato gli studenti del liceo “Fogazzaro”, in contrà Burci. Quasi 300 quelli che si son presentati con cartelli e striscioni per contestate la dirigente scolastica Maria Rosa Puleo, che lo scorso 27 maggio avrebbe fatto punire con una nota disciplinare alcune studentesse, ree di indossare abiti non idonei al contesto scolastico e di che le avrebbe apostrofata.
Pesanti le accuse che gli studenti rivolgono alla dirigente, che starebbe valutando anche di agire per diffamazione. “Il 27 maggio al liceo Fogazzaro è successo un fatto sconcertante, la preside è entrata nelle classi chiedendo alle studentesse di alzarsi in piedi, per poi sanzionare tramite note disciplinari coloro che a suo parere non erano vestite in maniera adeguata al contesto scolastico. A questo ha aggiunto commenti di stampo sessista e grassofobico, utilizzando termini volgari e paternalismo verso le studentesse che dimostravano il loro disagio o piangevano” così ha scritto sul profilo Instagram la Rete gli Studenti Medi di Vicenza.
Secondo gli studenti la preside per quasi un’ora avrebbe parlando di “buon gusto” e avrebbe fatto l’esempio di donne in sovrappeso che si vestono in abiti aderenti “mostrando la ciccia”. Avrebbe poi invitato l’insegnante a mettere una nota per un “abbigliamento non consono indossato a scuola” (che però non ha nel regolamento norme in merito al come vestirsi in classe). Secondo gli studenti avrebbe anche criticato il non uso del reggiseno e invitato le studentesse ad indossare slip e non perizoma, parlando anche di cellulite.
Visualizza questo post su Instagram
“Sono intervenuta – ha dichiarato la dirigente al Giornale di Vicenza – anche sulla scia di numerose segnalazioni da parte dei docenti su un modo di abbigliarsi che è più adatto a una giornata in piscina che a scuola e ho chiesto all’insegnante della classe in cui sono entrata di mettere una nota che non vuole essere di natura disciplinare, quanto un monito per ricordare che in un ambiente dove si studia la pancia scoperta è fuori luogo e rischia di diventare fonte di sguardi e distrazioni. Qualcuna tra le ragazze si è messa a piangere e a quel punto ho chiesto se avevo detto qualcosa di offensivo e che sarei stata pronta a scusarmi, ma mi sono sentita rispondere che le lacrime erano dovute ad altro”. Interpellata dai media, la dirigente ha definito i ragazzi “arroganti e bugiardi”. “L’anno prossimo – ha affermato – chiederò al Consiglio d’istituto di redigere una bozza con un codice di comportamento che dovrà essere approvato da studenti e famiglie. Deve essere chiaro che a scuola non sono tollerati abiti succinti, pance scoperte, ciabatte e tutto un modo di abbigliarsi che non è rispettoso dell’ambiente. Evidentemente molti ragazzi equivocano sul concetto di libertà che non significa fare quello che si vuole, ma agire nel rispetto degli altri”.
“Riteniamo che una figura istituzionale come quella del dirigente scolastico non possa promuovere idee così tossiche e che la nostra generazione si sta mobilitando per abbattere – ha dichiarato nei giorni scorsi Elena Bigarella, rappresentante d’istituto del Fogazzaro – giudicare di buon gusto o meno gli abiti di una persona solo in base all’aspetto fisico è un’azione che reca gravi danni alla salute psicofisica degli adolescenti, molti dei quali soffrono di disturbi alimentari a causa di affermazioni finalizzate a invalidare i corpi delle persone citando il gusto estetico”.
Quello di oggi è stato uno sciopero “contro il vostro buongusto“: gli studenti lo hanno definito così, con questo slogan. “Il buongusto di urlare parole offensive e discriminatorie a delle studentesse di 16/17 anni, umiliandole. Il buongusto di esprimere opinioni personali su temi politici senza permettere alle studentesse e agli studenti la possibilità di replicare. Il buongusto di non considerare la salute psicologica dei giovani come una priorità. Il buongusto di gettare vergogna sulla nostra scuola, sulla nostra seconda casa, sui nostri compagni e sulle nostre compagne, sui nostri e sulle nostre docenti” hanno scritto in un post sui social i rappresentanti degli studenti.
“Gentile Dirigente – aggiungono gli studenti del Fogazzaro sul profilo Instagram autogestito – oggi ha dimostrato una vigliaccheria e un’infantilità non trascurabile non degnandosi di venire a parlare con tutti noi (del resto è difficile urlare e minacciare 300 persone davanti alla stampa), ma noi saremo sempre disposti a instaurare un dialogo sereno e democratico all’insegna del rispetto reciproco per discutere del suo comportamento oltraggioso e accettare le sue scuse per non essersi comportata, in più occasioni, in modo consono al ruolo che ricopre e al luogo in cui si trovava al momento dei fatti”. All’ingresso della scuola stamane ci son stati diversi interventi e la protesta ha riguardato anche chi è rimasto in classe perché aveva interrogazioni o verifiche.
A metà maggio anche al liceo artistico De Fabris di Nove la dirigente Anna Rita Marchetti aveva publbicato una circolare che richiamava gli studenti ad un abbigliamento consono, vietando top con schiena in vista, pance scoperte, infradito e pantaloni sopra il ginocchio.