In tre allo spritz in centro da “positivi” (senza saperlo). Si sperimenta il tampone-aperitivo
L’accoppiata (sperimentale) spritz-tampone rapido vale un brindisi per 199 dei 202 giovani avventori dei locali del centro di Vicenza testati su base volontaria nel pomeriggio di sabato. Mentre per tre di loro, a quanto è risultato “inconsapevoli positivi” e quindi potenziali vettori di contagio, è stato consigliato l’immediato rientro a casa, l’isolamento fiduciario, in attesa del responso definitivo degli approfondimenti sanitari. Ad occuparsi dell’indagine una squadra composta da personale sanitario dell’Ulss.
L’esperimento in orario di pre-aperitivo è andato in scena l’altro giorno in piazza dei Signori, con ragazzi e ragazze maggiori di 16 anni sottoposti gratuitamente ai tamponi rapidi di terza generazione, considerati di efficacia e affidabilità più alta rispetto ai “predecessori” tanto contestati lo scorso autunno. Il primo screening di valenza più simbolica che a fini statistici ha rivelato quindi che in percentuale l’1,5% dei volontari si è rivelato positivo al Covid-19. A dirla tutta, visto che il test era disponibile senza vincoli d’età e che lo “spritz è per tutti, in fila si sono visti non solo dei giovani ma anche persone mature e pure qualche anziano che ha approfittato dell’offerta.
Pochi tre casi su 2020?O forse tanti? Le interpretazioni di questo primo screening sono soggettive, mentre il riscontro oggettivo certifica intanto che a “girare” in spazi pubblici rimangono persone asintomatiche che non sono consapevoli di aver contratto il coronavirus. Che si sentono bene e, quindi, senza trasgredire alle regole attualmente vigenti, si sentono anche legittimamente libere di trascorrere qualche ora in compagnia di amici davanti ad un aperitivo. Uniche barriere di contrasto, quindi, sono le “solite note”: le mascherine di protezione (anche al bar quando non si consuma), il distanziamento sociale da garantire nei locali e l’igienizzazione delle mani.
Un altro dato acquisito è stato quello dell’ampia affluenza di tanti giovani vicentini che, chi per gioco e chi per responsabilità sociale, hanno accettato l’invito a sottoporsi al test del tampone rapido nell’arco delle tre ore (dalle 16 alle 19) in cui era possibile sostenerlo nei tendoni coperti allestiti nei pressi della Basilica Palladiana. Impegnando gli operatori sanitari presenti per tutto il tempo disponibile. L’iniziativa rientra in un progetto di ricerca promosso in ambito regionale dall’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, in corso nei maggiori centri veneti dove si pratica lo “struscio”, prendendo in prestito una locuzione cara al presidente regionale Zaia, e si affronta il problema del sovrafflusso di gente in orario aperitivo.
Vale a dire i centri storici delle città più frequentate dagli amanti del cin-cin come Vicenza, Padova, Verona e Treviso, dove su 254 tamponi sono state due le diagnosi di positività. “Ha vinto la responsabilità – questo il commento di Lanzarin, presente sabato e accompagnata dal primo cittadino di Vicenza -. Lo screening promosso dalla Regione Veneto grazie alla collaborazione dell’amministrazione comunale, della protezione civile e grazie all’equipe del prof. Baldo dell’azienda ospedaliera di Padova, ha avuto un ottimo successo. Moltissime le persone che hanno deciso di dedicare un po’ del loro tempo per sottoporsi al tampone. La risposta dei giovani nei luoghi della socializzazione é stata davvero alta e questo è positivo perché permette loro di tutelare la propria salute e quella degli altri e consente a noi di fare uno screening e di capire se il virus stia circolando o meno”.