Inchiesta e autopsia dopo l’incidente mortale alla Stanga. Dolore per Ian, parà Usa di 19 anni
Si chiama Ian Nicholas Morosoff il soldato statunitense in servizio a Vicenza, all’interno di Camp Ederle, morto sabato sera in seguito ad un tragico incidente verificatosi alle 22.30 nel quartiere della Stanga, nel capoluogo berico.
Il 19enne originario del Maine, da qualche mese in Italia, era a bordo come passeggero del suv che ha dato vita a una carambola in strada, di fronte alla gelateria “Vaniglia” – da poco chiusa – e alla farmacia “Alla Stanga”, e che ha portato alla morte sul colpo uno dei tre giovani americani che occupavano il mezzo Chevrolet TrailBlazer.
Per Ian non c’è stato nulla da fare: i soccorritori non hanno potuto che lasciare il corpo del giovane steso sull’asfalto, dopo aver tentato il tutto per tutto. Mentre i due compagni di serata, J.L. e M.C., sono stati dimessi nei giorni seguenti dall’ospedale San Bortolo, con lesioni giudicate guaribili in poche settimane e un’angoscia indescrivibile nel cuore per la perdita di un coetaneo e amico oltre che commilitone. L’incidente stradale della Stanga è avvenuto sabato 1 maggio, alle 22.25 in viale Camisano. Senza il coinvolgimento diretto di altri veicoli, almeno secondo le testimonianze raccolte – poche per la verità visto l’orario già di coprifuoco – da parte di residenti e di chi stava lavorando nei dintorni alla pulizia dei negozi aperti. Tutto in un attimo, con la vettura a “volare” in strada e sbattere contro più ostacoli, tra cui un lampione, fino a rimanere capovolta sul tettuccio.
Ciò che sembra certo è che a concorrere nelle cause della tragedia abbia recitato un ruolo decisivo l’alta velocità a cui viaggiava il suv, condotto da M.C., e la dinamica della terribile carambola su segnaletica stradale, palo dell’illuminazione pubblica e infine su una vettura in sosta. Quasi un miracolo che, a conti fatti, il bilancio di quegli attimi da incubo reciti due sopravvissuti sui tre occupanti. I quali dovranno fornire ciascuno la propria versione dei fatti su quei minuti sotto inchiesta, per permettere ai magistrati di ricostruire ogni elemento di un sabato sera di divertimento finito male: cosa avevano fatto prima dell’incidente, il motivo per cui la Chevrolet correva a velocità inopportuna, perchè non erano rientrati alla base militare entro le 22 e l’eventuale concorso di altri fattori solo ipotizzati, forse una gara di velocità proprio a due passi dalla Ederle, da dove proveniva.
A condurre le indagini i carabinieri della Setaf e la polizia stradale, in attesa di acquisire i filmati di videosorveglianza della zona che potrebbero fornire più di una risposta. Insieme ai risultati del test alcolemico a cui è stato sottoposto il conducente dell’auto distrutta e anche dell’autopsia sul corpo di Ian, prima di rilasciare il nulla osta per rimpatriare la salma a York, nel Maine. Mentre, da domenica, tutto l’Us Army americano piange un proprio membro così giovane, ucciso non su un campo di battaglia in difesa della bandiera a stelle strisce su cui aveva giurato come fiero soldato ma, tragicamente, nel tempo libero. Da ragazzo di appena 19 anni, in uno stato straniero, mentre si divertiva con gli amici.