Indentificati i membri della baby gang autrice di rapine in centro: hanno tra i 13 e i 18 anni
Nomi e cognomi, ma anche fotografie e indirizzo di casa, sono ora in mano dei carabinieri di Vicenza, e le famiglie di ciascuno informate della denuncia in fase di notifica a carico dei loro figli. Il riferimento è a quella che le cronache locali hanno definito di recente come la baby gang del centro storico, autrice in particolare di una rapina violenta lo scorso 20 gennaio in piazza San Lorenzo, ai danni di un quartetto di adolescenti. Ma non si escludono responsabilità in merito ad altri fatti illeciti analoghi.
Otto gli identificati dagli investigatori dell’Arma incaricati delle indagini in seguito al grave fatto di cronaca, in cui un gruppo di giovanissimi avrebbe agito “in branco” per sottrarre del denaro e preziosi. Uno solo tra loro è (appena) maggiorenne, tutti gli altri carta di identità alla mano hanno tra i 14 e i 16 anni, ad eccezione di un ragazzino di 13 e mezzo, e per questo non imputabile. Risiedono tutti a Vicenza città e comuni limitrofi.
Questi otto malviventi in erba sono stati oggetto di altrettante visite speciali e inattese, lunedì mattina alle prime luci dell’alba, nelle rispettive abitazioni. A suonare ai campanelli i militari in uniforme, in simultanea, in modo da evitare fughe di qualcuno tra i – presunti, ad oggi – autori della rapina con aggressione di poco meno di un mese fa. Si tratterebbe in gran parte dei soggetti sotto indagine di giovani già attenzionati dalle forze dell’ordine. In mano agli agenti un decreto di perquisizione per ogni nominativo.
Dal 20 gennaio scorso i carabinieri vicentini si erano occupati dell’episodio, avvenuto nel cuore della città e con conseguente risalto sui media locali. I quattro minori aggrediti e derubati avevano sporto denuncia, assistiti dai genitori. Una volta ricostruita la dinamica dei fatti, gli investigatori hanno passato al vaglio i filmati di videosorveglianza, acquisendo elementi essenziali per l’identificazione dei membri della banda, tra cui i capi indossati e quindi adesso “cercati” nelle camere dei sospettati. Per arrivare a loro è bastato incrociare le immagini con i dati a disposizione sul monitoraggio delle frange delinquenziali note in città, “spulciando” anche sui social network per trovare ulteriori conferme.
Sequestrate nel corso delle perquisizioni domiciliari inoltre due pistole finte, utilizzate nella rapina sopra menzionata, vari coltelli e bombolette di spray al peperoncino. Parte della refurtiva, va a dire una collanina d’oro dal valore sia affettivo che economico, era stata già rinvenuta nei giorni seguenti al fatto in un negozio “Compro Oro” della città, dimostratosi collaborativo nelle indagini. Sarà restituita alla famiglia del minore derubato. “I responsabili – spiegano dal comando dell’Arma berica – sono facenti parte di un gruppo affiatato e ben organizzato di giovanissimi dedito alla commissione di aggressioni e rapine ai danni di coetanei o di ragazzi, sempre giovani, anche grandi di loro. Si è avuto modo di documentare come i singoli si facevano forza attraverso il gruppo di appartenenza per effettuare senza esitazioni le proprie scorribande”.
“A prescindere dalla vicenda oggetto delle indagini dei Carabinieri di Vicenza, occorre una riflessione, in generale, sulla fondamentale importanza del ruolo della famiglia, della scuola e di tutti quei soggetti che contribuiscono in modo valoriale alla formazione dei nostri ragazzi, quali cittadini, protagonisti in positivo e futuro del Paese. In tale ambito, l’Arma dei Carabinieri, da tempo, ha avviato un progetto in campo nazionale, con conferenze nelle scuole e visite degli studenti nelle caserme, finalizzate a trattare tematiche di estremo interesse per i ragazzi: droga, alcool, incidenti stradali, bullismo, ambiente e altro ancora. Né manca, a riguardo, la partecipazione di enti religiosi, scrittori, studiosi, tutti in vario modo decisi a fornire un contributo di sensibilizzazione, per meglio orientare i comportamenti e le scelte di vita di chi è ancora in fase di formazione”.