Gestore di un bar di Anconetta e tre “clienti speciali” sotto indagine. Locale chiuso per 15 giorni
Punta sempre più decisamente a “smantellare” i ritrovi di soggetti considerati a rischio il questore di Vicenza Paolo Sartori sulla base delle evidenze legate agli interventi di polizia, andando a colpire in maniera sistematica quei locali pubblici che talvolta ospitano elementi ritenuti in via Mazzini socialmente pericolosi. In altre parole, luoghi di aggregazione dove delle condotte al limite della legge – e spesso ben oltre – vengono tollerate nel migliore dei casi, se non favorite per tornaconto proprio.
Stavolta tocca a un bar di Anconetta, quartiere della città capoluogo, sottostare all’ordine di sospensione della licenza per 15 giorni. Si tratta nel dettaglio del “Bar Palazzetto“, che si trova nell’omonima via che presta il nome alla frazione. Nella stessa ordinanza anche citata anche la chiusura immediata.
Nel decreto del questore berico si parla testualmente di “reiterate problematiche di ordine e sicurezza pubblica”. Secondo le investigazioni portata a termine nei giorni scorsi, un uomo di nazionalità cinese – il gestore del locale – e tre cittadini albanesi sotto osservazione e spesso stazionanti proprio nel punto ristoro di Anconetta, sarebbero implicati in articolato spaccio di cocaina, hashish e marijuana.
Tanto gli stessi spacciatori, quanto gli acquirenti, insomma, dalle risultanze delle indagini affidate alla Squadra Mobile, si sarebbero serviti nei mesi scorsi del locale come “posto sicuro” per gli scambi di denaro e stupefacenti, affari illeciti a cui confermati dal sequestro di droga dei giorni scorsi. “Il locale pubblico summenzionato – ha dichiarato ieri il questore – da tempo e sino ad ieri – rappresenta un punto di aggregazione di persone da considerare pericolose” e, oltre ai soggetti posti sotto attenzione in relazione all’attività di spaccio, sono stati messi sotto osservazioni altri pregiudicati riconosciuti come clienti abituali.
“Il provvedimento finalizzato a far si che venga interrotta – si legge – una situazione di fatto gravemente compromissoria per l’ordine e la sicurezza pubblica, e ciò a prescindere dal ruolo assunto dal gestore – il quale, peraltro, non solo l’ha sostanzialmente tollerata, in quanto risulta che mai, in passato, abbia provveduto a sollecitare l’intervento della Forza Pubblica – in quanto tale provvedimento, per la sua natura giuridica, non è destinato a sanzionare il suo comportamento”.