Liberato dopo le cure al Centro rapaci il gheppio del Baltico ferito da un cacciatore
E’ tornato a volare alto nel cielo il gheppio curato nel Centro di Riabilitazione Rapaci e liberato stamattina a Vicenza nel piazzale della Vittoria a Monte Berico. E si può davvero parlare di una piccola vittoria per questo splendido esemplare di rapace che, partito quattro anni fa dal Mar Baltico, ha sorvolato chissà quali città e montagne prima di atterrare, lo scorso 28 ottobre, in una proprietà privata di Bressanvido.
Il padrone di casa, Elio Tosato, l’aveva visto appoggiato alla ringhiera della sua abitazione, dolorante per una ferita da arma da fuoco. Fortunatamente per il gheppio, Tosato conosce il Centro di Riabilitazione Rapaci di Fimon, dove ha provveduto con prontezza a portarlo per consegnarlo nelle mani esperte di Alberto Fagan che, anche grazie alla collaborazione con lo studio veterinario del dottor Marco Bonte, è riuscito a ridurre la frattura dell’ala sinistra e a riabilitare l’animale che ora è pronto per riprendere il suo volo.
Un’operazione di routine per Fagan, a cui ogni anno vengono consegnati circa 150 rapaci, se non fosse che il nostro gheppio porta un anello di identificazione che rende possibile ricostruire la sua storia. Dice la targhetta, infatti, che il 27 maggio 2015 il gheppio è stato catturato dal centro di osservazione ornitologica di Hiddensee, un’isola tedesca sul Mar Baltico, probabilmente intercettato nella sua prima migrazione dai paesi Baltici verso i paesi mediterranei.
Lo stesso Fagan ha voluto mettersi in contatto con il centro di Hiddensee per condividere informazioni in merito all’animale. Un contatto, questo, fondamentale non solo per ricostruire la storia del singolo, ma per approfondire informazioni relative alla specie, alle rotte migratorie, a dati, cioè, utili sia dal punto di vista ornitologico che ambientale.
“Il Centro di Fimon è un’eccellenza del territorio – commenta il presidente Francesco Rucco -. Istituito dalla Provincia, per decenni si è occupato della cura e della tutela dei rapaci, tanto da essere riconosciuto tra i migliori centri d’Italia anche e soprattutto grazie ad Alberto Fagan, che se ne è sempre occupato. La liberazione di un rapace è un momento di certo suggestivo, ma è solo l’atto finale di un intervento che spesso dura mesi. Oggi è fondamentale preservare questo lavoro e garantire l’attività del centro”.
Il Centro Riabilitazione Rapaci di Fimon
La liberazione di un rapace , e prima ancora la sua cura e la sua riabilitazione, sono azioni di grande valenza ambientale, non solo per salvaguardare la biodiversità e garantire il dovuto rispetto a tutto il mondo animale, ma anche perché l’avifauna, specialmente quella migratrice, oltre ad essere la più delicata e vulnerabile, esposta ai cambiamenti climatici e all’inquinamento, è da considerarsi patrimonio di tutta l’umanità. La legge stessa fa obbligo alle Istituzioni di prestare soccorso alla fauna selvatica in difficoltà, trattenendola temporaneamente per le cure del caso, fino alla possibile liberazione.
A Vicenza da moltissimi anni (fin dagli anni ’80) è attivo un Centro Riabilitazione Rapaci, istituito dalla Provincia e dato in gestione dapprima al WWF, finché questa Associazione è stata disponibile, e poi all’Ambito Territoriale di Caccia Vicenza Sud. Il CRR è situato nei pressi del lago di Fimon .
Per la gestione del Centro, l’Ambito di avvale della consulenza di un notissimo esperto, Alberto Fagan, specializzato nella biologia dei rapaci, che vanta innumerevoli successi, sia nel recupero di esemplari di assoluto valore, come le aquile, gli astori, gli sparvieri, i nibbi, i falchi pellegrini, sia nella realizzazione di progetti nazionali ed internazionali di salvaguardia di specie rarissime e in via di estinzione.
Ogni anno pervengono al CRR di Fimon numerosi rapaci (130 – 150 circa) sia diurni che notturni, che hanno subito ferite per le cause più varie, oppure con sintomi di avvelenamento, o semplicemente debilitati. Di questi, una discreta percentuale (quasi il 40%) può essere curata con successo e, se in condizione di tornare a volare, viene gradualmente riabituata a riprendere il volo e a cacciare. Ecco perché il momento della liberazione è il momento più bello, ma è la conclusione di un lavoro paziente che merita di essere conosciuto e apprezzato.