E’ l’ora di Van Gogh: folla di giornalisti per la mostra in Basilica Palladiana – VIDEO
E’ andato in scena questa mattina l’antipasto di quello che succederà nei prossimi mesi all’interno della Basilica Palladiana di Vicenza. Durante la vernice per la stampa della mostra “Van Gogh tra il grano e il cielo”, organizzata da Linea d’Ombra con il Comune di Vicenza, una folla di 200 giornalisti ha potuto ammirare le opere del grande pittore olandese arrivate a Vicenza (la maggior parte è del Kröller-Müller Museum di Otterlo).
In anteprima i giornalisti, provenienti da tutta Italia, hanno potuto vedere da vicino i 129 quadri in esposizione (43 dipinti e 86 disegni), che delineano lo sviluppo artistico di Vincent van Gogh, ma anche il suo tormentato percorso di vita. Tra le “chicche” la sala cinema con il film che narra la vita del pittore e la sala del plastico del manicomio di Saint Remy dove venne ricoverato Van Gogh per un anno. Molto particolare l’allestimento delle luci della mostra, che lasciano il visitatore quasi al buio, con le luci che illuminano solo le opere, tanto da renderne i colori particolarmente vividi.
“Un’emozione nell’emozione”: così il sindaco d Vicenza Achille Variati ha definito la mostra davanti ai giornalisti intervenuti alla vernice per la stampa dell’esposizione. “L’emozione – ha proseguito il sindaco Variati – sarà quella suscitata da opere straordinarie, presentate all’interno di un monumento a sua volta emozionante per l’armonia che Palladio ha voluto lasciare a chi è venuto dopo di lui. Questo offriremo a chi verrà a visitare una mostra che ritengo essere anche un atto di democrazia, in quanto opportunità offerta anche ai cittadini che non possono permettersi costosi viaggi per andare ad ammirare nei grandi musei stranieri i capolavori che presenta. Qui tutti potranno vivere la propria personale emozione”.
“Quando cinque anni fa – ha aggiunto il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d’Elci – abbiamo riaperto la Basilica, sapevamo che non volevamo semplicemente rendere visitabile un monumento restaurato, per quanto straordinario, ma volevamo animarlo di cose, di vita, di persone, di scintille di creatività e di elementi di formazione, di cultura, di educazione. Con questo obiettivo abbiamo lavorato in questi cinque anni non solo sulla Basilica, in particolare con il ciclo delle grandi mostre affidate a Marco Goldin, ma anche sugli altri grandi monumenti cittadini. Ciò ha significato collocare con più forza Vicenza nella mappa dei desideri dei viaggiatori del nostro tempo, ma anche dar vita a forme di economia della cultura, dell’arte e del bello a cui eravamo poco abituati e che ci stanno dando enormi soddisfazioni: visitatori in aumento del 30% nell’ultimo quinquennio, incassi cresciuti del 50 % in 4 anni, 1 milione mezzo di visitatori della sola Basilica dalla sua riapertura, nell’ottobre del 2012”.
La mostra in Basilica – sottolinea Goldin – delinea l’intero percorso artistico di Vincent van Gogh, dai disegni di esordio assoluto al tempo del Borinage in Belgio nel 1880, quando svolgeva la funzione di predicatore laico per i minatori della zona, fino ai quadri conclusivi con i campi di grano realizzati a Auvers-sur-Oise nel luglio del 1890, pochi giorni prima di suicidarsi”. La mostra si svolge grazie al fondamentale contributo del Kröller-Müller Museum di Otterlo, uno dei due veri santuari dell’opera vangoghiana nel mondo. Il museo olandese ha prestato infatti oltre cento delle opere di Van Gogh, mentre un’altra decina di istituzioni e collezioni private hanno aggiunto capolavori per sigillare l’intero percorso, a cominciare dalla versione da Vincent più amata de Il ponte di Langlois (1888), una tra le immagini simbolo della sua parabola artistica e per questa occasione concessa eccezionalmente dal museo di Colonia.
La mostra offre poi altre opportunità, di non minore rilievo, a partire dalla pubblicazione, a cura di Marco Goldin e Silvia Zancanella, per le edizioni di Linea d’ombra, delle “Lettere”, una monografia che si pone come fondamentale apporto all’esposizione vicentina, anche perché la scelta è caduta sulle lettere che parlano delle opere in esposizione nella Basilica Palladiana.
L’allestimento della rassegna è stato pensato come un viaggio. “Negli spazi ampi e meravigliosi della Basilica Palladiana a Vicenza, la mostra si snoda – sottolinea il curatore – come un vero e proprio viaggio anche nei luoghi nei quali Vincent ha vissuto: il Borinage, Etten, l’Aia, il Drenthe, Nuenen, Parigi, Arles, Saint-Rémy e Auvers-sur-Oise. Al di là delle lettere che faranno da contrappunto ai singoli momenti, certamente uno dei punti di maggior fascino è la sala nella quale, attraverso un grande plastico di 20 metri quadrati, è stato ricostruito alla perfezione – architetture romaniche e orti e giardini e sullo sfondo la catena delle Alpilles – l’istituto di cura per malattie mentali di Saint-Paul-de-Mausole a Saint-Rémy, il luogo nel quale Van Gogh sceglie di farsi ricoverare da maggio 1889 a maggio 1890. A essere proposta è un’immersione in un luogo sì di sofferenza ma nel quale, e attorno al quale, il pittore ha generato tanta bellezza”. Nel “Progetto Van Gogh a Vicenza”, rientra anche un film originale, appositamente creato sulla vita e l’opera di Van Gogh.
Stamane nel corso della presentazione della mostra da parte del curatore Marco Goldin è andata in scena anche una contestazione: dal pubblico un uomo, qualificandosi come “Antonio De Robertis, uno dei massimi studiosi di Van Gogh al mondo”, ha srotolato uno striscione in cui, a suo dire, era riprodotta “l’unica immagine di Van Gogh adulto esistente al mondo” e ha criticato il fatto che i quadri per essere esposti nelle varie mostre vengono trasportati per migliaia di chilometri. De Robertis, che probabilmente cercava visibilità, è stato portato fuori dalla Basilica dagli uomini della security.
La mostra aprirà ufficialmente ai visitatori sabato e chiuderà l’8 aprile 2018. Tutte le info su lineadombra.it