L’ultimo canestro di Badinotti, un’istituzione nel basket. “Ha fatto innamorare generazioni”
Uno dei “veterani” più amati e rispettati della pallacanestro vicentina ha salutato quanti lo hanno seguito e accompagnato nei suoi 75 anni di vita, oltre due terzi dei quali vissuti nella sua quotidianità con un pallone a spicchi tra le mani e un canestro con la retina fisso nello sguardo. Bruno Badinotti è salito più in alto dei salti dei suoi giocatori prediletti, nel corso della giornata di sabato, come epilogo di una malattia con la quale ha convissuto a lungo prima di spegnersi.
Insegnante, in pensione di matematica di professione, istruttore competente e carismatico nello sport, Badinotti viene ricordato nelle ore successive alla morte da decine di società cestistiche del Vicentino. Di lui si omaggia il ricordo di persona fuori dell’ordinario per doti umane oltre che di allenatore severo e corretto, quando iniziò a cimentarsi nel ruolo tra la fine anni ’60 e inizio anni ’70, divenendo poi coach nel linguaggio comune. Caratteristico il baffo portato sempre con orgoglio ed eleganza, comeoggi ricordano gli amici ed ex allievi, scossi alla notizia della scomparsa di “Bad”, il nomignolo con cui lo ricordano.
Gli inizi da tecnico in oratorio nella parrocchia di San Michele, nel capoluogo berico, proprio per gioco, tra i fondatori dell’Ars Audax. Una passione travolgente per un basket divenuto ragione di vita, girovagando nei decenni per una quindicina almeno di validi avamposti della disciplina: dai club di Vicenza e dintorni a Bassano del Grappa, fino a Recoaro Terme, Valdagno, Dueville e Schio, solo per citarne alcuni, girando in lungo e in largo la provincia sempre a caccia di talenti da formare e stimoli a cui dedicarsi anima e corpo. Prestando la propria opera anche in ambito azzurro, nei raduni delle nazionali giovanili e nella selezione regionale che ha guidato in passato da capoallenatore.
Il compianto istruttore era nato negli anni post conflitto mondiale, nell’aprile del 1949, per crescere in città e studiare con profitto al Liceo Lioy di Vicenza. Poi la laurea a Padova in età già adulta, compiendo grossi sacrifici, li stessi che in palestre e palasport chiedeva ai suoi atleti negli allenamenti. Lo si ricorda in particolare a Villaverla, dove ha tenuto a lungo la cattedra di matematica alla scuole media “Goldoni”, divenendo una colonna della scuola e facendosi apprezzare da generazioni di alunni. Tanto che si pensa ad ospitare nella palestra dell’istituto la cerimonia di addio, con rito laico, visto che il pensionato si professava ateo.
Un coach che allenava da professionista pur in un ambito dilettantistico, esigente e capace di far tirare fuori il meglio da ciascun atleta. “Con lealtà ed umanità: un’intera vita spesa per il suo grande amore, la pallacanestro” lo ricorda con affetto Pallacanestro Vicenza, “Grande coach e maestro di vita” lo descrive un amico, “Il suo ricordo rimarrà sempre vivo in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, soprattutto nei ragazzi che ha allenato, ai quali ha trasmesso l’immenso amore per questo sport” una parte del ricordo del Valle Agno Basket. E, ancora, “Mancherai a tutti noi innamorati di questo sport” da parte de L’Argine Basket. Ma questa è solo una selezione dei tanti post e messaggi che si leggono.
Date e modalità precise per il ricordo comunitario e il saluto al professore di matematica saranno ufficializzate nelle prossime ore. Il Comune di Villaverla ha dato la disponibilità per ospitare il momento condiviso per mercoledì pomeriggio, del 27 novembre, nell’impianto indoor in cui lo stesso Bruno Badinotti ha trascorso momenti importanti della sua carriera sia di docente che di allenatore.