Centro massaggi irregolare, di “hot” la presenza di 4 lavoratrici in nero e due clandestine
Spesso quando si parla in concomitanza di Guardia di Finanza e centri massaggi olistici orientali il riferimento immediato, considerati i vari e assodati “precedenti” in provincia – numerosi e univoci in tal senso -, porta a pensare alla chiusura imposta per la rilevazione di pratiche che vanno ben oltre la lecita attività di cura e benessere del corpo.
Nel caso specifico odierno, però, nel comunicato stampa diffuso dal comando delle Fiamme Gialle di Vicenza, si contesta ai titolari di un negozio di servizi di massaggio – la sede è a Monticello Conte Otto – la presenza di quattro lavoratrici assunte “in nero”, quindi senza alcun regolare contratto di lavoro, di cui due in condizioni di totale clandestinità in Italia. Sono tutte di nazionalità cinese. Nulla di hot, insomma, ma tanto di black, da quanto emerso, da intendersi come flusso di denaro e lavoro “in nero”.
Il sopralluogo mirato dei finanzieri del Gruppo di Vicenza risale ai giorni scorsi, a metà dicembre, in via Saviabona in un’area commerciale. Se è vero che al momento del blitz non sarebbero emerse pratiche vietate sul piano delle prestazioni di carattere sessuale, c’è stato comunque da annotare e verificare altro in termini di violazioni delle norme in materia di lavoro dipendente. Tutte le figure presenti, di sesso femminile e di provenienza asiatica, erano impiegate con mansioni di massaggiatrici e una in più con compiti di receptionist all’ingresso, per accogliere e “smistare” i clienti desiderosi di abbandonarsi al cure delle esperte operatrici, tutte dai 30 ai 40 anni di età.
Il controllo della documentazione individuale di ciascuna ha fatto inoltre accertare lo status di due soggetti irregolari in Italia, a tutti gli effetti clandestini. Entrambe le donne in difetto sul piano del permesso di soggiorno entro i confini nazionali sono state denunciate per ingresso e soggiorno illeciti, con l’aggravante di non aver presentato ai militari della GdF alcun documento di identità credibile.
In ragione dei riscontri effettuati sono scattate poi le sanzioni amministrative pari a circa 8 mila euro al legale rappresentante centro, denunciato qui inoltre per lo sfruttamento di immigrazione clandestina. A questo si aggiunge la segnalazione per la sospensione del centro da parte del competente Ispettorato Territoriale del Lavoro di Vicenza. Da oggi l’attività, quindi, sarà chiusa al pubblico fino a nuovo ordine.