Disabile 44enne muore dopo giorni di febbre e nessun ricovero: mercoledì l’autopsia
La procura di Vicenza ha disposto l’autopsia sulla salma di Alessandro Bardin, il 44enne di Monticello Conte Otto morto lo scorso 25 giugno all’ospedale di Vicenza dove è giunto condizioni disperate dopo che per quattro giorni era stato male senza che i sanitari ne disponessero il ricovero.
Il pubblico ministero Hans Roderich Blattner, in seguito alla segnalazione giunta dallo stesso ospedale cittadino, aveva aperto un procedimento penale contro ignoti per omicidio colposo per la morte, avvenuta in circostanze tutte da chiarire: l’incarico al medico legale per l’autopsia sarà conferito domani mattina in Tribunale a Vicenza al dottor Giovanni Cecchetto, della Medicina Legale di Padova, che a seguire effettuerà l’esame.
La vita di Alessandro Bardin, era stata segnata da un terribile incidente stradale in moto, avvenuto quando aveva solo 24 anni il 24 marzo del 2000 in centro a Vicenza: rimase disabile al cento per cento. Completamente paralizzato, da allora ha avuto sempre al suo fianco, in particolare, il padre Luigi, che ora non si dà pare e chiede di fare luce sulla morte del figlio.
Alessandro, infatti, ha iniziato a stare male lunedì 22 giugno, manifestando febbre alta, vomito e diarrea. Secondo il medico di base e la guardia medica, che il papà Luigi ha più volte chiamato per telefono visto che la temperatura non accennava a diminuire, si trattava di una semplice influenza intestinale da curare con antipiretici e antiemetici. Per la guardia medica, in particolare, non ci sarebbe stato alcun bisogno di rivolgersi al Pronto Soccorso e all’ospedale.
All’alba di giovedì 25 giugno, tuttavia, il genitore, che sin lì aveva seguito tutte le indicazioni ricevute, di fronte all’aggravarsi delle condizioni del figlio, la cui febbre era ormai salita quasi a 40 e che non gli rispondeva neanche più, ha deciso di allertare il 118, ma ormai era tardi: i sanitari del Suem gli hanno riferito che la situazione era molto critica e infatti, alle 7 del mattino di quello stesso giorno, un paio d’ore dopo il suo arrivo al San Bortolo, il Alessandro è spirato.
Sono stati gli stessi patologi dell’ospedale, che avrebbero riscontrato un trauma cranico su Bardin, a segnalare il decesso all’autorità giudiziaria. Una richiesta di approfondimenti accolta con favore dal padre, anch’egli intenzionato a capire cosa sia accaduto a quel figlio che tanto amava e di cui si prendeva cura ventiquattro ore su ventiquattro; a verificare se, come ipotizzato dai medici del San Bortolo, possano esservi collegamenti con i postumi e il trauma cranico subiti nell’incidente di cui Alessandro è rimasto vittima vent’anni fa e, soprattutto, se siano ravvisabili profili di responsabilità in capo ai sanitari che negli ultimi giorni hanno avuto in cura il paziente: per essere assistito il genitore, attraverso l’area manager Riccardo Vizzi, si è affidato a Studio3A-Valore, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini.
Le istanze sono state prontamente riscontrate dalla Procura di Vicenza, con l’apertura di un fascicolo, per il momento contro ignoti, e con il conferimento della perizia autoptica le cui conclusioni saranno fondamentali per capire cosa sia successo e per dare risposte a Luigi Bardin.