Sfruttamento delle prostituzione, 15 in arresto su ordine della Procura di Vicenza
Dieci mesi di indagini approfondite, dopo il fermo dello scorso gennaio a Bassano del Grappa di un autista italiano con a bordo tre giovani donne rivelatesi “lucciole” attive anche a domicilio in regime di pandemia, hanno portato ad emettere 15 ordinanze esecutive di arresto nei confronti di altrettanti complici di una banda che si arricchiva attraverso lo sfruttamento della prostituzione ed altre reati collegati a questa attività illecita.
A finire in manette questa mattina dopo l’ordine emesso dalla Procura di Vicenza sono stati in otto: tra questi alcuni cittadini rumeni – considerati i capofila dell’organizzazione – ma anche africani e italiani, nel dettaglio vicentini.
Ad occuparsi dei mandati è stata oggi la Squadra Mobile della Questura di Vicenza, che ha raggiunto ad uno a uno gli incriminati presso gli indirizzi noti, una volta individuati tutti i nominativi indicati nell’ordinanza, per quanto sparsi nel Veneto. Mentre altri, considerate le diramazioni della banda anche all’estero – Germania e Gran Bretagna in particolare oltre che nei Balcani – risultano al momento irreperibili. Si tratterebbe di un gruppo con forti ramificazioni nel territorio vicentino che gestiva il racket della prostituzione, sia in strada che in appartamento, portando in Italia e costringendo ad esercitare il meretrico giovani ragazze provenienti dall’Est Europa – Romania in particolare – attirate da promesse di lavoro mai mantenute. Una volta all’estero, poi, arrivavano le minacce di ritorsioni cruente nei confronti dei familiari in patria in caso di fuga. Dinamiche purtroppo già ampiamente note e assodate in questo settore a luci rosse.
Quattro i cittadini di nazionalità rumena già raggiunti martedì mattina, tra cui una donna. Secondo la Procura a gestire le fila del business hot era Catalin Militeanu, con l’aiuto di Mihai Valentin Petre, Florian Calinescu e Alina Georgiana Tudor. Ingaggiati con diverse mansioni – tra cui quella di accompagnatori o driver delle ragazze da portare direttamente in casa dei clienti più “generosi” – l’ivoriano Kassoum Sidibe e i tre italiani Alessandro Lorenzi, Filippo Rindolli e Dario Curato. Queste sono le otto persone esplicitamente indicate nel comunicato emesso dalla Procura berica.
Proprio uno dei tre appena nominati – Lorenzi – nel gennaio scorso fu fermato in strada nel Bassanese durante un controllo che insospettì le forze dell’ordine e di fatto diede il “la” alle prime indagini sulla rete di sfruttamento della prostituzione ora sgominata. I successivi approfondimenti disposti hanno consentito di mettere insieme i pezzi di quella che si è rivelata essere strutturata come una vera e propria associazione a delinquere, come si legge testualmente nel documento.
Gli sfruttatori controllavano ogni aspetto della vita quotidiana delle giovani donne, tanto da stabilirsi in alloggi ciascuno con assegnata una ragazza con cui condividerne gli spazi per tenerla “sotto scacco”, spostandosi di tanto in tanto la residenza da una località all’altra e soprattutto fingendo lo stato di fatto di coppie di conviventi. Non a caso, come emerso nel corso delle indagini, un appartamento di Monticello Conte Otto poi perquisito nei mesi scorsi era stabilmente occupato da queste coppie fittizie che si alternavano tra loro, secondo uno schema studiato a tavolino per non destare sospetti.