Si presenta in caserma con l’obbligo di firma e 80 grammi di marijuana nel marsupio
I carabinieri di Dueville non hanno avuto bisogno del fiuto dei segugi antidroga, tanto era palese che il pusher attivo a Cavazzale e Monticello aveva qualcosa da nascondere. E’ bastata l’esperienza e magari un pizzico di arguzia dei militari della tenenza locale per pizzicare l’incallito consumatore – e presunto spacciatore, in attesa di giudizio – I.B., di 22 anni, talmente sfrontato da presentarsi in caserma per l’obbligo di firma con una discreta quantità di sostanza stupefacente nel marsupio (circa 80 grammi di marijuana). Che sia stato per ingenua dimenticanza oppure per arroganza, poco importa: per il giovane è scattata una nuova denuncia e la conferma degli arresti domiciliari.
Una condotta paradossale quella del 22enne, ritenuto in sede di accusa un rifornitore di droghe leggere assai popolare tra gli adolescenti del paese, tanto da essere stato sorvegliato nei dintorni delle scuole medie don Bosco e arrestato dopo un blitz con tanto di perquisizione, operata dai carabinieri. In quell’occasione, lo scorso fine marzo, l’idolo dei ragazzini alla ricerca di sballo facile era stato inchiodato dal possesso di circa 200 grammi di marijuana.
Attraverso i suoi legali l’operaio aveva ottenuto la misura restrittiva più lieve della detenzione nella propria abitazione, in attesa del processo, e con l’opportunità di uscire dal perimetro di casa per recarsi al lavoro in una ditta della zona e per raggiungere la tenenza di Dueville ogni giorno. Lì, ad attenderlo, un registro da firmare e la puntuale verifica che il ragazzo stesse intraprendendo un percorso di ravvedimento personale e di reinserimento sociale.
Tutto gettato alle ortiche in pochi secondi. La nuova denuncia, che verosimilmente sarà per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, potrebbe dimostrare che l’accusato non si era affatto rassegnato a guadagnarsi da vivere in maniera lecita e onesta, perseverando al contrario nell’attività di spacciatore già segnalata da alcuni genitori preoccupati.
Un “grido di allarme” sociale e a tutela dei minorenni che a inizio primavera fu raccolto dall’ex sindaco Claudio Benincà e dalle forze dell’ordine.