Morte Rebellin, “salta” il patteggiamento tra accusa e difesa. Si andrà a processo
Si azzera tutto sul caso Rebellin, per quanto concerne l’aspetto penale: la proposta di patteggiamento esaminata stamattina in Tribunale a Vicenza viene respinta – a sorpresa – in quanto giudicata inammissibile nonostante l’accordo tra le parti in causa per una pena di 3 anni e 11 mesi per il colpevole dell’uccisione del ciclista ex professionista.
Il camionista tedesco Wolfgang Rieke, oggi 63enne, andrà dunque a processo tra due mesi e mezzo. E così sfuma anche la prospettiva di una detenzione limitata ai domiciliari, riaprendo le porte del carcere, probabilmente, per il reo confesso imputato del reato di omicidio stradale che il 30 novembre del 2022 non prestò soccorso a Davide Rebellin, morto in strada a 51 anni, di età a Montebello Vicentino, dopo averlo investito ed essere fuggito in Germania.
I termini generali dell’accordo stipulato in sede di patteggiamento comprendeva più punti, con l’approvazione del pubblico ministero del tribunale berico. La pena di quasi 4 anni da scontare in Italia (47 mesi in tutto), con la richiesta da parte dei legali difensori di Rieke della misura attenuta degli arresti domiciliari, in un alloggio messo a disposizione da amici nel Trevigiano, con finestra di due ore settimanali per le incombenze concordate. Si tratta del secondo rigetto dell’istanza, già “bocciata” in fase di udienza preliminare secondo quanto emerso finora.
Sul profilo civile, accordo economico già chiuso in precedente tra le parti, con risarcimento versato dalla famiglia Rieke – attiva nel settore dei trasporti su strada – ai parenti del compianto ex campione vicentino di Lonigo, per un ammontare di 825 mila euro. Con una lettera, l’imputato aveva messo nero su bianco il proprio pentimento e le scuse ai fratelli e alla compagna di Davide, prima di venire estradato in Italia lo scorso fine di agosto 2023. La ricostruzione e le immagini, in un servizio a distanza di un anno dalla morte del ciclista leoniceno, tra i big internazionali della bici per oltre vent’anni.
Davide Rebellin, un anno fa l’incidente mortale e la fuga del camionista assassino
Soddisfazione è stata espressa dai familiari di Rebellin dopo che il giudice Filippo Lagrasta ha dichiarato “inammissibile” la richiesta di patteggiamento della pena di tre anni e undici mesi presentata dal difensore del camionista tedesco. Una “inammissibilità” determinata dal fatto che l’istanza riproposta davanti ai giudici del dibattimento era esattamente la stessa già formulata dinanzi al Gip, laddove invece, a parere del collegio, si sarebbe dovuta differenziare. I giudici hanno quindi dichiarato aperto il procedimento: si andrà a processo, che inizierà con la prima udienza dibattimentale, già fissata, il 27 maggio, dalle ore 14.45, sempre avanti il Tribunale berico.
“E’ stata una bella sorpresa, non ce lo aspettavamo, temevamo che il collegio, dopo la concessione degli arresti domiciliari all’imputato, acconsentisse anche al patteggiamento. Non possiamo che essere soddisfatti del fatto che, invece, i giudici abbiano deciso di andare avanti e di mandare a processo Rieke, rinnoviamo tutti i nostri ringraziamenti per il grande lavoro svolto dalla Giustizia italiana per Davide, sia alla Procura sia al Tribunale” ha commentato a caldo il fratello, Carlo Rebellin, alludendo anche alla ‘battaglia’ per l’estradizione dalla Germania, dove si era subito ‘rifugiato’, dell’autotrasportatore, che ha ha fatto anche più di sei mesi di carcere a Vicenza, da agosto 2023 a febbraio 2024, e che attualmente si trova agli arresti domiciliari, misura alternativa concessa per l’appunto dallo stesso collegio di giudici, presso alcuni amici di famiglia nel Trevigiano.
“Non vogliamo vendetta ma giustizia per Davide – conclude Carlo Rebellin – e crediamo che un processo sia la sede ‘giusta’ per accertare tutti i fatti e per arrivare a una condanna che non ce lo restituirà ma che sia quanto meno la più congrua possibile, compatibilmente con le leggi italiane, alle gravi responsabilità dell’imputato”.