Morto lo scrittore e attore Vitaliano Trevisan. Aveva 61 anni
Vitaliano Trevisan è morto. A darne la notizia è Il Giornale di Vicenza: l’eclettico e pungente scrittore, attore, regista e sceneggiatore vicentino era originario di Sandrigo e aveva compiuto 61 lo scorso 12 dicembre. Viveva fra Campodalbero (frazione di Crespadoro) e la provincia di Pisa. Ed è stato proprio nella sua abitazione nel piccolo centro della valle del Chiampo che è stato trovato il suo corpo senza vita. Ancora ignote le cause della morte.
“È morto quello che penso il più grande romanziere italiano del nostro tempo. Gli sono stato anche amico – ha commentato su Facebook l’ex assessore alla cultura del Comune Vicenza, Jacopo Bulgarini d’Elci – tanti anni fa, e ci eravamo ritrovati di recente. Ma non conta granché, questo aspetto personale, al cospetto del primo tema: è morto il più grande romanziere italiano del nostro tempo, l’unico che sapeva raccontare questo mondo e la sua insensatezza con eleganza, stile, spirito, e soprattutto ritmo. Restano i suoi strepitosi romanzi e racconti. Su tutti, “I quindicimila passi”, e forse ancora di più “Un mondo meraviglioso”. Ecco, forse non lo è, un mondo meraviglioso. Eppure lo è. Ciao Vitaliano Trevisan”.
Principalmente scrittore e attore, Trevisan ha pubblicato i suoi primi racconti (“Un mondo meraviglioso” nel 1997 e “Trio senza pianoforte/oscillazioni” nel 1998, entrambi per Theoria) per poi divenire famoso, appunto, con il romanzo “I quindicimila passi” (Einaudi, 2002), molto apprezzato dalla critica (Premio Lo Straniero e il premio Campiello Francia 2008). Nel 2003 è stato autore del soggetto e della sceneggiatura di “Primo amore” di Matteo Garrone, assieme al regista stesso e a Massimo Gaudioso, nonché attore principale. Al cinema ha recitato nei film “Il riparo” e “Dall’altra parte del mare”. In televisione aveva partecipato a “R.i.s Roma – Delitti imperfetti”. Nel 2017 vince il Premio Riccione per “Il delirio del particolare”. L’ultimo lavoro lo scorso autunno, Lo scorso autunno ha partecipato alla serie “Un passo dal cielo”.
Spigoloso e pensatore libero (contrario a vaccini e Green Pass), Trevisan nel novembre scorso aveva raccontato con una lettera pubblicata sul quotidiano Repubblica la sua sofferenza psichica e di essersi sottoposto ad un Accertamento Sanitario Obbligatorio. Era stato ricoverato infatti all’ospedale di Montecchio Maggiore per dieci giorni e aveva parlato di quella esperienza come di un “arresto sanitario”. In quell’articolo aveva raccontato anche i tanti volti dei pazienti ricoverati in psichiatria, restituendo loro dignità e togliendo un velo di ipocrisia. “I ricoverati, tutti i ricoverati, a prescindere da sesso e religione – scriveva riferendosi alla sua esperienza – hanno in comune una cosa: sono tutti, ripeto tutti italiani, di classe proletaria e sottoproletaria. E sono bianchi. Perché c’è poco da fare o da dire: è il proletariato e il sottoproletariato italiano bianco, oggi, a rappresentare la classe sociale meno protetta di tutte, la meno ‘vista’ di tutte. Agli italiani bianchi di classe sociale inferiore, l’assistenza sociale di stato può espropriare i bambini, mentre la psichiatria di stato, dal canto suo, può internare a colpi di Aso e Tso, e trattare ogni cosa a forza di psicofarmaci, senza che nessuna delle innumerevoli associazioni che lotta per i cosiddetti diritti civili abbia niente da dire”.
“A nome dell’amministrazione comunale – dichiara il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco – esprimo cordoglio per la prematura scomparsa di Vitaliano Trevisan, eclettico artista vicentino le cui doti di scrittore, attore e regista sono state in più occasioni riconosciute a livello nazionale e internazionale. Spirito critico, spesso controcorrente, a Vicenza e alla vita culturale cittadina Vitaliano Trevisan è rimasto a suo modo sempre legato, fino alla recentissima partecipazione al film “La Rua. La magia di Vicenza”, prodotto dal Comune con l’associazione Comitato per la Rua di Vicenza”.