Museo civico di Palazzo Chiericati, inaugurata l’Ala Roi: cittadini in coda per l’arte vicentina

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Con l’inaugurazione dell’Ala Roi del Museo Civico di Palazzo Chiericati la città di Vicenza si riappropria di un pezzo importante della sua storia dell’arte. Un successo che lega tutte le amministrazioni comunali e le direzioni del museo che si sono succedute dal 2010 in poi.

Le 11 nuove sale restaurate e completamente rinnovate accolgono più di 300 opere, alcune delle quali mai esposte in precedenza. Venerdì pomeriggio 20 dicembre si è tenuta l’inaugurazione con successiva apertura gratuita dalle 18,30 alle 23: sono state ben 1.535 le persone che hanno visitato gli spazi restaurati e riallestiti e il pubblico e si son formate lunghe code fino a corso Palladio. In piazza Matteotti sono intervenuti, insieme al sindaco Possamai, l’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin, la presidente della Fondazione Roi Francesca Lazzari, la direttrice dei Musei civici Valeria Cafà. Dopo il taglio del nastro in corrispondenza dell’Ala Roi le persone hanno iniziato la loro visita accompagnati dal personale del Museo civico.

Da ieri, 21 dicembre, si potanno visitare con il consueto orario di apertura del museo, dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18, ultimo ingresso 17.30. Eccezionalmente, sabato 21 e domenica 22 dicembre sono organizzate visite guidate gratuite all’Ala Roi con guide turistiche abilitate.

“Dopo tanti anni di lavori – ha dichiarato il sindaco Giacomo Possamai – riuscire a riconsegnare ai vicentini il loro Museo Civico così arricchito, è alla stesso tempo un risultato straordinario e una grande emozione. Il cantiere è stato uno dei primi progetti di cui ci siamo occupati dal nostro insediamento: volevamo aprire l’ala del Palazzo il prima possibile – ha sottolineato il sindaco Giacomo Possamai – perché erano già passati troppi anni dalla sua chiusura. Il cantiere che ha interessato l’intero museo, comprensivo della palazzina cinquecentesca ma anche di due corpi di fabbrica uno novecentesco e l’altro ottocentesco, infatti, è stato piuttosto complesso perché suddiviso in stralci e in momenti progettuali differenti. Un percorso articolato che dimostra la complessità dell’intervento che ci consegna oggi un vero e proprio capolavoro e un’operazione culturale a beneficio dell’intera città. Un percorso iniziato diversi anni fa e portato avanti dalle precedenti amministrazioni rappresentate qui oggi da Francesca Lazzari, ora presidente della Fondazione Roi, e da Jacopo Bulgarini d’Elci, entrambi assessori alla cultura con Achille Variati. Lo splendido risultato che vediamo oggi – prosegue il sindaco – è stato possibile grazie al sostegno economico della Fondazione Roi che ha consentito lo sblocco e la conclusione dei lavori. Alla Fondazione il nostro grazie con l’intitolazione al Marchese Roi proprio di questa splendida nuova Ala”.

“Con questa apertura chiudiamo un anno molto intenso, che ha visto impegnati i nostri uffici con entusiasmo collaborando perché tutto questo fosse possibile: donare ai cittadini ulteriori elementi di conoscenza della storia e dell’arte della città in ambienti curati e accoglienti” ha commentato l’assessora alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin.
“Oggi raggiungiamo un traguardo fondamentale ma il lavoro dei nostri uffici non finisce qui – ha aggiunto l’assessore ai lavori pubblici Cristiano Spiller -. Tutt’oggi siamo impegnati nel recupero delle ex barchesse che diventeranno deposito e nuovo locale per i servizi e poi sull’ala verso corso Palladio per ampliare le funzioni del museo. Il risultato che vediamo oggi è sicuramente fruttoso per la città ma anche per l’immagine di Vicenza nel mondo”.

L’Ala Roi

Grazie alla nuova sezione del museo intitolata al marchese e grande mecenate vicentino Giuseppe Roi, il Museo, una delle più importanti collezioni civiche del Veneto, offrirà d’ora in poi a vicentini e turisti un suggestivo viaggio nella storia dell’arte vicentina e veneta, completando, in modo organico e permanente, il percorso dal Duecento alla fine dell’Ottocento.
“Il Museo recupera funzionalità interna – spiega la presidente della Fondazione Roi Francesca Lazzari –. e, con essa, potrà intensificare le proposte di eventi espositivi di portata nazionale e internazionale. Palazzo Chiericati è il luogo dove le memorie storiche di Vicenza e del suo territorio trovano dimora, una sorta di grande anagrafe dove la comunità può riconoscere e trovare le tracce indelebili della propria identità. Se il museo riesce a collegare a sé città e territorio, diventa non solo custode di memorie, scrigno di testimonianze del passato, ma, capovolgendo il suo ruolo classico, può davvero diventare centro propulsivo e comunicatore, banco di prova di una strategia di città che innova ridefinendo la memoria di sé”.

Le sale
“Ciascuna delle 11 nuove sale è pensata per celebrare l’identità unica di Vicenza – spiega la direttrice dei Musei civici Valeria Cafà -. È un racconto attraverso capolavori e opere di pittura, scultura e arti decorative che illustrano tre secoli di creatività, dal Seicento alla fine dell’Ottocento, intrecciando le vicende locali con quelle della grande storia e della storia dell’arte italiana ed europea. Molte opere tornano visibili dopo anni nei depositi, altre non sono mai state viste prima”.
Tra i capolavori esposti, le pale di Tiepolo e Piazzetta provenienti dalla chiesa vicentina dell’Araceli e il corpus dei bozzetti in terracotta della bottega di Orazio Marinali. Grande novità della nuova Ala Roi è l’affondo che si è voluto dedicare all’operosità di Vicenza e in particolare alla sua gloriosa tradizione produttiva tessile e serica, testimoniata tra le altre opere dalla Collezione Marasca. Si riconosce così che tali aspetti della storia economica della città ne hanno determinato il volto nobile e ricco – specialmente dal punto di vista architettonico – grazie a una società intraprendente che nell’industria e mercatura della seta ha trovato alimento e successo.

Sezioni specifiche sono riservate ai ritratti su rame, avorio, alla ceroplastica, sino alla sequenza, eccezionale, di bozzetti di Orazio Marinali e al gesso Trento di Canova. A ricondurre alla Vicenza dell’epoca provvedono le vedute di Cristoforo Dall’Acqua. L’Ala si chiude con gli ambienti dedicati all’Ottocento in un inedito intreccio tra le figure chiave della storia pre e post Risorgimentale e la nascita delle raccolte civiche. L’ultima sala è riservata al pittore vicentino Giovanni Busato autore di alcuni intensi ritratti.
La ricchezza delle architetture storiche palladiane, la leggerezza di quelle contemporanee, le scelte delle luci e dell’allestimento consentono al visitatore di immergersi in epoche ed autori, secondo la personale scala di priorità, aiutato dai cinque colori di base dell’allestimento, dalla valorizzazione visiva delle opere principali e da tutti quegli accorgimenti che appagano le più diverse tipologie di visitatori.
Per l’accesso al museo è necessario acquisare il biglietto d’ingresso all’Ufficio Iat – Informazione accoglienza turistica, in piazza Matteotti 12, 0444320854, iat@comune.vicenza.it, aperto tutti i giorni dalle 9 alle 17.30 (chiuso 25 dicembre e 1 gennaio) e all’Infopoint turistico in Basilica Palladiana dal martedì alla domenica.