Nove ore di intervento per evitargli la paralisi. Salvo un 21enne dopo l’incidente in moto

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Ospedale S. Bortolo di Vicenza (immagine da pagina ufficiale FB)

Rischiava la paralisi permanente, a causa delle lesioni riportate alla colonna vertebrale in un incidente in moto ma, grazie all’alternarsi – per 9 ore in due tranches ravvicinate tra sabato e domenica scorsi – dei medici di neurochirurgia e dell’équipe di supporto potrà, col tempo, tornare a camminare. E forse perfino dimenticare quel terribile schianto che in prima istanza poteva toglierli la vita e che, dopo il ricovero d’urgenza in ospedale al San Bortolo di Vicenza, gli prospettava una paraplegia agli arti nel caso non si fosse allestita – a tempo di record –  la sala operatoria e chiamati all’appello gli specialisti per intervenire sulle due fratture vertebrali con interessamento del midollo spinale.

Ed è così che un ragazzo vicentino di appena 21 anni, insieme alla sua famiglia, salvo delle complicazioni future che tutti, a partire dagli stessi medici, tendono a scongiurare, può fare il più profondo dei sospiri di sollievo. Ferma restando la convalescenza post operazione e il lungo periodo di riabilitazione che lo attende, di alcuni mesi, prima di tornare a una vita “normale” dopo aver rischiato di perderla.

A descrivere la fase di intervento prolungato avvenuto tra sabato notte e le prime ore di domenica nel polo clinico del capoluogo berico è il primario di Neurochirurgia, il dottor Lorenzo Alvaro, ai microfoni di un’emittente locale, dopo l’autorizzazione dell’Ulss 8 Berica e i tempi tecnici di monitoraggio del paziente, dopo la maratona in sala operatoria. Parte focale del problema era costituito da un frammento osseo vertebrale a comprimere sul canale del midollo, e una seconda frattura, in due diversi punti ravvicinati della colonna. Un risultato importante in seguito a un’attività di certo non ordinaria, come raccontato dal medico neodirettore del reparto, fresco di nomina.

Il nuovo direttore e primario di Neurochirurgia a Vicenza

Un elaborato innesto dalla cresta iliaco ha permesso di rimediare ai danni maggiori, grazie a circa 30 operatori della sanità berica che hanno collaborato attivamente permettendo di “confezionare” un quasi miracolo della scienza e della perizia, dalle fasi di immobilizzazione per il trasporto in ambulanza – fattore decisivo – fino a quelle di rianimazione e intervento vero e proprio. Tre gli specialisti “ai ferri”: oltre al dottor Alvaro, anche i colleghi dottori Giampaolo De Luca e Giacomo Beggio. Un solo “anello” della catena dei soccorsi imperfetto lo avrebbe condannato all’immobilità, ma tutto è andato per il meglio.

Il ragazzo vicentino operato si era ferito gravemente, nel primo pomeriggio di sabato, in seguito a un’improvvisa caduta rovinosa in un dirupo, mentre si allenava in sella alla sua moto da cross nel paese di Albettone. L’impatto di schiena sul suolo duro e pietre ha causato le fratture ad alto rischio di paralisi agli arti, poi risolta grazie al lavoro in team del personale del San Bortolo.