Occhio alla truffa “personalizzata” via sms: Amazon Prime non regala nulla. E’ pishing
Si sono moltiplicate le segnalazioni negli ultimi 3-4 giorni di un tentativo di raggiro che trova origine da messaggio sms e si concretizza on line, dopo un (ingenuo) clic alimentato dalla promessa di un regalo da ritirare o farsi consegnare addirittura a domicilio. Inviato da chissà chi ma con un intento chiaro, mentre sul come è già stato accertato accuratamente che si tratti di una delle camaleontiche truffe capaci di sottrarre denaro dal conto telefonico.
Un sofisticato inganno che sfrutta le tecnologie moderne di comunicazione e il marchio di un colosso del commercio in internet ma, soprattutto, l’atavica creduloneria dei tanti italiani che abboccano alle promesse di regali.
Altra certezza: la multinazionale del commercio on line Amazon Prime nulla ha a che fare con il contenuto del messaggio che esorta il destinatario di turno a cadere in un tranello nemmeno così arguto ma, si sa, la curiosità e la smania di ricevere qualcosa gratis spesso fa cadere in tentazione chi si scorda per un attimo del buon senso. Tra questi, anche (sembra) centinaia di vicentini che si sono poi visti promettere a parole un I-Phone di ultima generazione da un migliaio di euro, ritrovandosi invece abbonati ad un servizio di “fuffa” on line dal costo assai salato. Servizi a pagamento che si attaccano come meduse e dai quali è un’impresa liberarsi, se non con l’aiuto dell’operatore telefonico.
Ad occuparsi delle numerose segnalazioni pervenute negli ultimi giorni è la Polizia Postale, ciclicamente impegnata sia in opera di divulgazione per prevenire gli abboccamenti nelle “tagliole” allestite dei malintenzionati digitali, sia a cercare di stanarli dal guscio di indirizzi IP fluttuanti e società che nascono e spariscono nel tempo di un doppio click, vale a dire in una giungla fittissima. Attenzione alla ormai famigerata mittente dal nome (fasullo) “Cristina” – ma vengono segnalate anche Angelica e Chiara a titolo esemplificativo – che per magia s’insinua come fosse nella rubrica personale e si erge a benefattrice e finta operatrice del servizio consegna di Amazon Prime, tra l’altro con denominazione storpiata.
L’ultima versione della truffa sarebbe apparsa sui primi telefonini una decina di giorni fa, per poi proliferare in queste ore recenti, colpendo a random gli utenti dopo aver pescato chissà in quale banca dati i numeri personali. Oltre alla truffa, quindi, in materia di reati contestabili si apre un capitolo sul diritto alla privacy. Evidente l’appropriazione indebita di alcuni dati personali, visto che al numero a cui giunge il messaggio è associato anche il nome di battesimo del destinatario. Una tutela della riservatezza che, chiunque maneggia uno smartphone, dovrebbe difendere in prima persona, senza cadere in tentazioni che si rivelano buchi neri, soprattutto per il proprio conto in banca.