Occhio alle truffe telefoniche: l’ultima è legata al finto calendario della Polizia di Stato
E’ la stessa Questura di Vicenza a renderlo noto, dopo una serie di segnalazioni da parte di cittadini del Vicentino che, ovviamente, in questo caso va a “toccare nel vivo” proprio gli operatori di polizia di Stato che in via Mazzini hanno la loro base operativa e non vedono di buon occhio lo sfruttamento della loro “divisa” a fini illeciti.
La fitta “giungla” delle truffe si “arricchisce”- si fa per dire – di una (peraltro non inedita) truffa telefonica, ma che da tempo non si riscontrava almeno da queste parti: la vendita fittizia di abbonamenti a quello che verrebbe definito come calendario annuale della polizia di Stato, appunto. In altri casi di riviste mensili e gadgets sempre riferiti al personale in capo al Ministero dell’Interno.
Il canovaccio della truffa è ben noto: a un capo del telefono un abile affabulatore con la dote della persuasione a parole, dall’altra spesso chi ingenuamente abbocca, chi per reale stima e riconoscenza nei confronti delle forze dell’ordine, chi credendo di fare un’opera buona. In realtà, il denaro poi corrisposto in cambio del nulla va sistematicamente a finire nella tasche di chi ordisce lo stratagemma illegale per carpire solidi facili, salvo poi sparire senza lasciar traccia.
“Ricordiamo che l’unica rivista ufficiale attualmente edita della Polizia di Stato è il mensile
Poliziamoderna il cui abbonamento annuale non viene mai promosso attraverso il telefono.
La Polizia di Stato e i suoi appartenenti non propongono abbonamenti, né per telefono né di persona, non vendono beni e non chiedono denaro. Mai acconsentire a proposte che non rispettino le procedure previste dai canali ufficiali e, nel caso in cui ci siano dubbi, va composto il numero 113 per segnalare i contatti sospetti”.
Le denunce contro (per ora) ignoti hanno attivato le indagini di rito, che mirano in tempi rapidi a individuare e indentificare i responsabili in tutta Italia.