Picchiata e violentata costantemente dall’ex: la polizia arresta un pregiudicato tossicodipendente
Il terrore ha la voce di una donna che un sabato poco dopo l’una chiama il numero di emergenza 113 perché il compagno la minaccia di morte e teme anche per la vita del figlio minorenne. L’ultima di una serie di volte nelle quali è stata pestata, finendo in ospedale, e violentate. Un incubo che ha portato all’arresto dell’uomo.
Sono le 13.20 sabato 21 ottobre e alla centrale operativa della Questura di Vicenza arriva la richiesta di aiuto accorata di una donna. “Ho paura che il mio ex faccia ancora del male a me e a mio figlio minorenne, lui è all’interno della mia auto parcheggiata in garage”.
All’interno dell’abitacolo c’era J.F., l’uomo con cui aveva chiuso una relazione sentimentale e di convivenza da oltre un anno. Una storia finita quando lui aveva iniziato a fare uso di droghe, cosa che lo portava a chiederle con insistenza soldi, a picchiarla ed a molestarla minacciandola continuamente di morte. L’uomo è un tunisino di 37 anni senza fissa dimora e la sua fedina penale è macchiata da parecchi reati, sia contro il patrimonio che contro la persona, nonché ricettazione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Agli agenti delle “volanti” della Questura, prontamente intervenuti, il racconto della donna mette in fila una serie di episodi gravi e ravvicinati nel tempo: già a partire da marzo dell’anno scorso, infatti, è stata fatta oggetto delle violenze dell’ex compagno. Prima si drogava poi la pestava sistematicamente e con violenza per farneticanti motivi di gelosia: schiaffi e pugni che l’avevano già costretta a ricorrere alle cure dei medici. Una violenza ripetuta nel tempo ma che, per paura di brutali ritorsioni contro di lei e di suo figlio, la donna aveva rinunciato a denunciare.
Non solo, la donna ha raccontato ai poliziotti che aveva timore di assumere dei farmaci su prescrizione medica, necessari per alcune patologie invalidanti perché la facevano dormire profondamente e più volte l’ex ne aveva approfittato per abusare sessualmente di lei senza il suo consenso, sapendo che tali farmaci non le permettevano di reagire alla sua violenza. Lei lo aveva più volte implorato di andarsene e non tornare mai più, dato che la loro relazione era terminata da molto tempo, ma questo aveva solo fatto aumentare la minacce e le botte. E oltre ad approfittare di lei continuava a pretendere soldi per la droga, impossessandosene senza il suo consenso.
L’ultimo episodio, quello che ha portato all’arresto, era iniziato la sera di mercoledì 18 ottobre ed è andato avanti per tre giorni: rientrata a casa, la donna aveva trovato l’ex ad attenderla: l’uomo ha iniziato ad avanzare pretese, urlando con violenza e minacciandola di morte. “Guarda che spacco tutto!” avrebbe detto tenendo in mano un manico di scopa, inseguendola fintanto che la donna, in preda al terrore, non è riuscita a chiudersi in camera e a chiamare le forze dell’ordine. Gli agenti hanno così rintracciato l’uomo poco lontano: nell’andarsene dalla casa si era impossessato delle chiavi dell’abitazione e dell’auto della ex. In quel frangente i poliziotti però non avevano potuto far niente di più che allontanare l’uomo dalla casa della vittima, dato che ancora una volta, soggiogata psicologicamente, lei non aveva voluto sporgere denuncia.
Poco dopo le tre di notte del giorno successivo (il 19 ottobre), lui era però tornato ancora una volta a casa della vittima, ancora più aggressivo del solito, continuando a suonare il campanello e a telefonarle insistendo per entrare in casa. Anche questa volta gli agenti delle “volanti” erano arrivati prontamente con due pattuglie, ma anche questa volta la donna non aveva voluto formalizzare alcuna denuncia e, pertanto, non era stato possibile far altro che allontanarlo di nuovo.
Verso le 9.30 della stessa giornata la donna era però tornata a chiedere aiuto al “113” poiché, dopo avere aperto il garage, aveva notato che il suo ex compagno si trovava all’interno della sua auto e, quindi, aveva timore di essere aggredita nuovamente. Questa volta, però, a seguito di tutto quanto era accaduto nell’arco delle precedenti 24 ore, la donna si era alla fine decisa a denunciare tutti i fatti dei quali era rimasta vittima. Pertanto, tenuto anche conto delle lesioni costantemente subite e degli innumerevoli interventi effettuati dalle forze dell’ordine, oltre che della violenza sessuale, J.F. è stato portato in Questura, tratto in arresto e trasferito presso la casa circondariale di Vicenza a disposizione dell’autorità giudiziaria.
“La violenza di genere, oltre a rappresentare una forma di reato particolarmente odiosa in quanto commessa a danno di vittime spesso non in grado di potersi difendere, rappresenta un grave problema culturale – sottolinea il Questore Paolo Sartori –. La Polizia di Stato è snodo fondamentale di una rete composta da istituzioni, enti locali, centri antiviolenza ed associazioni di volontariato, ed è da sempre in prima linea, anche con progetti specifici, nell’incoraggiare una cultura della parità di genere, dell’uguaglianza e del rispetto delle libertà, con lo scopo di eliminare retaggi culturali e discriminazioni, nonché con l’obiettivo di aiutare le donne a difendersi, a chiedere aiuto ed a denunciare le violenze subite”.