Post contro la polizia, denunciato 52enne. Il Questore Sartori: “Realtà virtuale non è zona franca”
Troppo spesso si assiste a situazioni in cui, a seguito di un post sui social network, si manifestano a cascata commenti ingiuriosi sia a danni di persone che di istituzioni pubbliche. Ed è proprio un messaggio in risposta ad un post, che ha portato alla denuncia di un vicentino di 52 anni accusato di vilipendio a mezzo social. L’episodio risale all’8 febbraio scorso quando la notizia di un divieto, emesso dal Questore di Vicenza ai pubblici esercizi nei confronti di un soggetto, ha innescato l’ira del “navigatore”.
Al vaglio degli inquirenti, che monitorano regolarmente tutte le attività dei vari social, è saltato all’occhio un commento, inserito dalla persona successivamente denunciata, che riportava gravi parole offensive e lesive del prestigio, del decoro e dell’onore della Polizia di Stato. Dopo attente verifiche gli agenti hanno identificato l’uomo e denunciato all’Autorità Giudiziaria. La Polizia Postale mantiene un attento monitoraggio delle molteplici piattaforme di comunicazione online esistenti sottolineando che “i social networks non sono una zona franca ove poter esprimere impunemente le peggiori manifestazioni di aggressività verbale infarcite di espressioni calunniose e gravemente offensive nei confronti di soggetti pubblici o privati, ovvero di Istituzioni della Repubblica”.
Le opinioni espresse ed i giudizi dati a mezzo web e social sono sottoposte alle stesse regole ed alle stesse leggi che regolamentano i normali rapporti interpersonali e con le Istituzioni di conseguenza, le offese e le ingiurie esternate a mezzo social costituiscono fattispecie di reato aggravate dall’utilizzo di un mezzo di comunicazione di massa.
“Il grave errore che compiono questi soggetti è quello di ritenere che ciò che viene
detto e scritto sui social networks non abbia ripercussioni, considerando erroneamente
la realtà virtuale come una sorta di “zona franca” ove è lecito porre in essere qualsiasi
tipologia di condotta – ha tenuto a precisare il Questore Sartori –. Questi spazi virtuali,
invece, sono del tutto assimilati al contesto reale per quanto attiene, nello specifico, alle
conseguenze di carattere giudiziario che derivano da comportamenti illeciti”.