Provincia, minoranza contro Nardin: “Troppo influenzato dalle segreterie di Fdi-Lega-FI”

Non ci stanno i consiglieri provinciali eletti con la lista Vicenza in Comune, che alle elezioni di fine settembre rappresentava il progetto della Provincia quale “casa dei Comuni” senza focalizzazione partitica e che ora, di fatto, rappresentano la minoranza nel nuovo Consiglio Provinciale che si riunisce lunedì prossimo. In Consiglio provinciale sono stati eletti in sei (come si sa, gli elettori sono sindaci e consiglieri del vicentino): Carlo Gecchelin, consigliere comunale a Thiene; Marco Guzzonato, sindaco di Marano Vicentino; Mattia Pilan, consigliere comunale a Vicenza; Enrico Storti consigliere comunale a Recoaro Terme, Diego Zaffari consigliere comunale ad Arzignano; Massimo Zulian sindaco di Campiglia dei Berici.

Il gruppo è sconcertato dalle dichiarazioni alla stampa del presidente Andrea Nardin (eletto due anni fa con i voti sia degli amministratori progressisti che di quelli conservatori. Nardin infatti ha stretto un accordo con i tre partiti di centrodestra (Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega) e i due rappresentanti della lista civica (Filippo Negro sindaco di Chiampo e Alberto Bertoldo consigliere comunale di Noi Cittadini a Schio) e ha affermato che a breve (dopo un trascorso da civico) potrebbe iscriversi a un partito di centrodestra (viene dato vicino a Forza Italia).

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“Il Presidente Nardin – affermano i consiglieri provinciali di Vicenza in Comune – ha tergiversato per più di un mese sugli equilibri da trovare per il nuovo consiglio provinciale, e adesso lo fa sulle deleghe. Il processo di composizione del quadro politico da lui gestito si è caratterizzato non per il coraggio, l’autorevolezza e la consapevolezza istituzionale di chi ha un mandato che supera le logiche di parte, bensì per gli stalli, i tentennamenti e la forte influenza delle segreterie di partito del centrodestra”.

Quale libertà di azione e indipendenza dalle indicazioni di partito può garantire un soggetto politico che si starebbe per accasare e candidare in uno di questi partiti, proprio nel momento delicato di un cambio, voluto solo da una parte, nel modo di amministrare la Provincia di Vicenza? Non era forse il caso che Nardin chiarisse da subito le sue intenzioni, invece di insinuarle ad accordi fatti coi partiti di centro destra, sulla pelle della Provincia? Fare politica, anche partitica, è un diritto sacro e fondamentale, ma sentiamo il dovere di prendere le distanze dalla modalità e tempistica con la quale si è deciso del futuro della nostra Provincia. Futuro che, a questo punto, preoccupa noi e i territori che rappresentiamo”.