Quando un gol ti cambia la vita… 40 anni dopo. Enrico Zanotto ne fa un libro
Può un gol decisivo per la promozione nel calcio professionistico realizzato oltre 40 anni fa essere ricordato più da chi l’ha subito rispetto a chi l’ha segnato? Certo. Forse bizzarro ma possibile. Ma a farne una sorta di “contro storia” del tutto inedita è che sia stata proprio la città sportivamente parlando affossata a chiedere a chi lo segnò di farne un libro, portarne la testimonianza e, di fatto, acquisire una certa notorietà.
Da qui il titolo dato alla storia di sport raccontata da Enrico Zanotto, in quel 6 giugno del 1982 baldo giovanotto reduce dal servizio militare e chiamato in campo nella ripresa dello spareggio tra Mestrina e Vigor Senigallia, e oggi professore di educazione fisica alle scuole di Torri di Quartesolo. Quarantun anni fa e spiccioli lui, attaccante ventenne, segnò di testa quel gol a tre minuti dalla fine che regalò alla squadra veneziana la promozione in serie C1.
Condannando allo stesso tempo la squadra marchigiana al sogno sfumato di raggiungere una categoria, la serie C1, mai raggiunta né prima né dopo dalla città adriatica. Il duello si disputò allo stadio di Modena, in terreno neutro, con un “esodo” di persone mai visto prima proprio da Senigallia: alcune cronache del tempo parlano di 4 mila persone, altre di 7 mila, fatto sta che in tanti tornarono ai lidi marchigiani con l’immagine di quel giovane veneto che esulta dopo aver griffato l’uno a zero che valse la promozione dei lagunari.
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Poco meno di 40 anni dopo, da un articolo di un giornale on line e un’intervista, la storia riemerge dal passato e per il prof vicentino le Marche diventano di colpo una seconda casa tra settimane di vacanza “offerte”, chiamate a serate in teatro, amarcord e nuove amicizie che nascono inaspettate. Poi, addirittura, l’invito a farne un libro, facendo nascere così “Un Calcio alla notorietà“, edizioni Aras e inserito nella collana “I volti di Clio”, scritto in venti giorni in collaborazione con Marco Severini, il suo “scopritore”.
Si parla con Enrico di questa storia e di un’esperienza sportiva divenuta letteraria con l’ex attaccante ma anche e soprattutto della sua scelta di trovare una squadra del pallone che gli consentisse di abbinare la carriera di calciatore con gli studi universitari all’Isef. In un gol cultura e sport che si uniscono, un po’ come l’esperienza delle scuole medie ad indirizzo sportivo che l’insegnante originario di Vicenza (Villaggio del Sole) ha vissuto da pioniere negli ultimi anni. Un bivio che, per quei tempi, tornando ad approfondire la scelta personale dei primi anni ’80, risultava perentorio e non lasciava spazio ad alcun tentativo di conciliazione tra le due strade. Tanto che proprio la Mestrina lo mise fuori rosa per la sua scelta di studiare.
L’intervista avanza toccando temi importanti come la formazione scolastica, le “Mediadi”, la scoperta del calcio a 5 nazionale con altre avventure e aneddoti curiosi, fino ad arrivare ai giorni nostri con la scoperta del padel che appassiona e tiene in forma anche a chi avvicina e “sfora” i 60 anni di età. E il pallone? C’è ancora, oltre che scriverne e parlarne, Enrico lo “allena” curando in vesti di mister i baby della squadra dell’Union Torri Calcio.