Questura espelle senzatetto anziano e malato. L’appello dei volontari
“Ljuba è scomparso, ce l’hanno portato via, aiutateci a ritrovarlo“. L’appello per un senzatetto molto conosciuto a Vicenza dagli operatori e dai volontari che si occupano di senza dimora viene dal giornale di strada Scarp de’ Tenis, che in città ha una redazione. La sua espulsione potrebbe essere un effetto del Decreto Sicurezza.
“Gli sgomberi eclatanti – spiegano i volontari vicentini la testata sulla pagina Facebook – fanno notizia, ma Ljuba rischia di passare inosservato. E’ un signore serbo, ha 65 anni ed è in Italia da oltre vent’anni. È venuto qui a lavorare, poi, si sa, la crisi. Ed è finito per strada. È malato di gotta e di artrite reumatoide. In strada l’abbiamo conosciuto, tramite l’unità di strada, abbiamo imparato a conoscerci e siamo diventati amici. Con molta pazienza e serate insieme siamo riusciti a convincerlo a dormire al caldo, a Casa San Martino, il dormitorio della Caritas diocesana”.
Ljuba era la persona più anziana ospite del ricovero, uno dei senza casa più vecchi di Vicenza. Era arrivato dalla Serbia all’Italia negli anni ’90 per fare il tornitore. Poi con la crisi, cinque anni fa ha perso il lavoro e, in base alla legge nel giro di poco tempo anche il permesso di soggiorno. Era diventato quindi un invisibile senza diritti, tanto meno quello all’assistenza e alla pensione, cosa in cui lui però continua a sperare, visti i contributi versati per molti anni nel nostro Paese.
“Ljuba anni fa – raccontano ancora sui social i volontari di “Scarp” – aveva ricevuto un foglio di via. Era successo quando lo avevano trovato senza documenti la sera in cui degli ubriachi avevano dato fuoco alla catapecchia dove abitava. Ma la sua vita era qua, nel suo Paese non ha nessuno e non conosce più nessuno. La sua famiglia siamo diventati noi”.
I volontari raccontato così la sua “sparizione”, venerdì: “All’improvviso e senza preavvertire nessuno, la Questura è venuta a prelevarlo, ci hanno dato appena il tempo di dargli un po’ di vestiti caldi e se lo sono preso. Lo rimandano in Serbia dove non lo aspetta nessuno e dove non ha nulla! Noi del gruppo di strada non potremo nemmeno salutarlo. Ljuba non ha il cellulare. Diceva sempre: ‘Cosa me ne faccio? Non mi chiama nessuno’. Non sappiamo dove lo abbiano portato. Ce lo hanno portato via, alla vigilia della Giornata della Memoria. Ci si spezza il cuore che possano accadere queste cose a degli esseri umani”.
“Era una persona che conoscevamo bene, tutti gli erano affezionati, una persona disponibile e tranquilla, che non aveva mai fatto del male a nessuno”.