Bracconieri, scoperti, aggrediscono le guardie provinciali. Denunciati
Sparavano agli uccelli da dentro casa utilizzando strumenti non consentiti dalla legge, ossia un richiamo elettroacustico e un fucile con silenziatore. Padre e figlio di Quinto Vicentino, colti in flagrante da una pattuglia della polizia provinciale, invece di ammettere le loro colpe hanno aggredito gli agenti, tanto che si è reso necessario sparare un colpo un aria. L’episodio risale ancora al 17 settembre.
Come racconta Il Giornale di Vicenza, il finimondo si è scatenato poco dopo le sette di mattina quando tre guardie della polizia provinciale, in servizio a Quinto, hanno sentito il canto di un prispolone riprodotto da un richiamo acustico vietato. Il suono arrivava dal retro di un’abitazione. I tre agenti hanno fatto irruzione nell’abitazione di F.C. e V.C., rispettivamente padre e figlio. Alla loro vista, i due hanno cercato l’uno (il figlio) di nascondere il richiamo e l’altro (il padre), di fuggire con fucile dotato di silenziatore. Alla pronta reazione degli agenti, il figlio ha tentato di aggredirne uno. Un parapiglia durato un po’, che ha costretto una delle guardie, per venire a capo della folle aggressione del figlio, a sparare un colpo in aria e a far intervenire i carabinieri. Sul posto, anche un’ambulanza del Suem 118 dell’ospedale di Vicenza.
Il figlio è rimasto ferito alla testa, mentre i tre agenti sono stati medicati per le escoriazioni riportate. Nell’abitazione sono stati trovati cinque fucili regolarmente denunciati, oltre mille cartucce e, nel frigorigero, tre uccelli particolarmente protetti (un codirosso e due prispoloni), nonché un’altra cinquantina di uccelli di specie non cacciabili. Il tutto è stato sequestrato e sono scattate le denunce alla magistratura. Per Valentino Campesan è scattata anche la denuncia per violenza e resistenza a pubblico ufficiale.