In carcere l’orco giudicato colpevole di abusi sessuali su una 14enne. Sconterà 7 anni
Una vicenda di abusi sessuali che torna a galla dal 2014, quando una studentessa vicentina di soli 14 anni fu vittima di un tentativo di violenza accertato da parte di un maniaco. Un presunto “orco” che a quei tempi adescava in internet le proprie vittime preferite, anche ragazzine appena entrate nell’età dell’adolescenza, fingendosi un ragazzo di poco più grande di loro. Per poi dare sfogo alle proprie perversioni.
Oltre al caso legato alle sentenze di condanna per il quale Mario Bellinato, oggi 50enne con residenza a Quinto Vicentino, dovrà scontare dopo il giudizio di secondo grado 7 anni e 3 mesi di detenzione in carcere, emersero almeno altre due ragazze maggiorenni (una di 18, l’altra di 25) a denunciare la attenzioni morbose dell’adulto. L’uomo, che si era sempre difeso attraverso i suoi legali adducendo la consensualità dei rapporti consumati, è stato preso in consegna lunedì pomeriggio dai carabinieri della stazione di Sandrigo per essere accompagnato in cella, su ordine della Corte d’Appello di Venezia.
A rendere esecutivo l’ordine di carcerazione sono stati i militari della compagnia con sede di comando a Thiene. Tra loro c’è chi ricordava ancora le indagini, la cattura e il conseguente processo a carico di Bellinato, accusato di un turpe reato come quello di aver tentato di violentare una giovanissima studentessa, comunque una minore, palpeggiandola e provando ad “andare oltre” dopo averla attirata in una sorta di trappola considerata dagli inquirenti come congegnata a tavolino. Il fatto si consumò tra un locale pubblico della zona e un cantiere di Quinto, un luogo appartato dove l’ex operaio magazziniere secondo l’accusa allungò le mani sulle parti intime della ragazzina che, seppur stordita, riuscì a divincolarsi e chiedere aiuto. A causa delle percosse subite fu giudicata guaribile con una prognosi di 6 giorni.
Inoltre, secondo quanto si è ritenuto appurato all’epoca dei fatti, l’uomo utilizzò dei farmaci tranquillanti per poter approfittarne senza freni inibitori della 14enne. Questo durante un incontro al bar in cui l’imputato si finse il fratello maggiore del ragazzo che la studentessa di prima superiore aspettava con impazienza, a quanto pare dopo lo scambio di messaggi già di tenore piccante prima dell’appuntamento dal vivo. Il primo arresto risale al marzo del 2014, quasi sette anni fa. A mettere le manette ai polsi di quello che oggi viene giudicato essere un maniaco furono allora gli agenti della polizia di Stato, stavolta i carabinieri. Bellinato era già stato condannato in primo grado a 8 anni di reclusione a 45 mila euro di risarcimento per due vittime (25 mila alla più giovane, entrambe vicentine), mentre fu assolto per il terzo caso sollevato da una 25enne veneziana.
Tutto ciò al termine di una vicenda che suscitò un’indignazione diffusa in tutta Vicenza e provincia, in particolare a Quinto e Sandrigo dove risultava domiciliato in quegli anni. Tanto che furono molti i genitori a mettere in guardia le proprie figlie ancora ingenue dalle insidie nascoste in internet, sui social e in generale da sconosciuti che possono fingersi di essere chiunque “schermati” da un monitor o un display. In quei frangenti, nell’inverno del 2014, l’allora 43enne si mascherava virtualmente dietro al nickname “Mario20”, andando a caccia di “facili prede” via chat, per quanto concerne le minorenni almeno, carpendo la loro confidenza e mirando a incontrarle e in alcuni casi abusarne se non otteneva subito la loro disponibilità a consumare dei rapporti intimi. Questo, almeno, dicono le risultanze delle indagini che sono state avvallate dalle sentenze dei giudici di primo grado e della Corte d’Appello.