Rapine della baby-gang del centro storico: custodia in comunità per il giovanissimo “capo”
E’ stato portato in una comunità il minorenne responsabile con un gruppo di coetanei di una grave rapina nel gennaio scorso ai danni di quattro adolescenti, in pieno centro storico a Vicenza. Un provvedimento eseguito mercoledì 5 luglio dai carabinieri della nucleo operativo di Vicenza a conclusione dell’attività investigativa e in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare di collocamento in comunità (con prescrizione) emessa dal Tribunale per i Minorenni di Venezia. Sarebbe lui il “capo” della giovanissima banda: in otto, tutti fra 13 e 18 anni, erano stati già individuati dai carabinieri a febbraio.
Il ragazzo deve rispondere del reato di rapina pluriaggravata: nel provvedimento del giudice il giovanissimo viene indicato quale “protagonista” delle condotte violente poste in essere dalla baby-gang.
Le indagini erano scattate dopo una rapina, il 20 gennaio di quest’anno, in piazza San Lorenzo, ai danni di quattro giovani e ad opera di un gruppo formato da tredici ragazzi per lo più minorenni. Le investigazioni si sono concentrate, in una prima fase, nel ricostruire la dinamica dei fatti: sono stati raccolte e messe a sistema tutte le immagini derivanti dagli impianti di videosorveglianza pubblica e privata presenti nella zona. Poi, si è passati all’analisi di alcuni dettagli dei protagonisti della rapina, come indumenti e accessori indossati, incrociando queste informazioni con quelle che i militari hanno rintracciato su alcuni social media. Sono state anche scandagliate le abitudini dei singoli ed il monitoraggio degli spostamenti del gruppo, fino ad arrivare all’esatta individuazione di otto dei tredici partecipanti alla rapina.
Indentificati i membri della baby gang autrice di rapine in centro: hanno tra i 13 e i 18 anni
Così, lo scorso 13 febbraio erano scattate otto perquisizioni domiciliari delegate dalla Procura della Repubblica per i Minorenni di Venezia e da quella di Vicenza: sono state trovate conferme che hanno inquadrato i responsabili come parte di un “gruppo affiatato e ben organizzato” di giovanissimi, dedito alla commissione di aggressioni e rapine ai danni di coetanei o di ragazzi, sempre giovani, ma ben più grandi di loro.
In particolare, i militari dell’Arma hanno documentato come i singoli si facevano “forza” attraverso il gruppo di appartenenza per effettuare senza esitazioni delle vere e proprie “scorribande”. A casa di alcuni dei ragazzi indagati, ad esempio, sono state trovate due pistole giocattolo di cui una, come è emerso dalle indagini, impiegata nella rapina del 20 gennaio.
Durante le operazioni in casa dei ragazzi coinvolti sono stati trovati anche diversi capi d’abbigliamento indossati al momento dei fatti, oltre a coltelli e spray al peperoncino.
Il “frutto” della rapina (una collana d’oro con ciondolo) è stato trovato e sequestrato già durante le primissime fasi d’indagine: era già nelle mani di un “compro oro” della zona. Ovviamente sarà ora l’iter giudiziario ad appurare l’eventuale definitiva colpevolezza con relativa condanna.