Reddito di cittadinanza “intascato” senza titolo da 12 vicentini. L’Inps chiede indietro 122 mila euro
Chiamarli “furbetti” del reddito di cittadinanza è persino riduttivo, visto che tra i 12 percettori irregolari di erogazioni pubbliche c’era chi si era appena comprato la moto o l’auto nuova di alta cilindrata, chi aveva aperto un’attività di commercio in proprio e chi, alquanto sbadato, dimenticava di dichiarare i redditi da altri immobili o la convivenza con i nonni che contribuivano con la pensione al loro sostentamento. Le operazioni riguardano più località della provincia: Vicenza, Cassola, Bassano, Barbarano Mossano, Arsiero, Malo, Schio e Montecchio Maggiore.
Tutta gente che risiede a Vicenza e provincia e che ha intascato migliaia di euro di cui dovranno dar conto all’Inps dopo essere stati scovati e accusati dalle Fiamme Gialle. L’istituto previdenziale dei fondi nel frattempo ha già avviato le procedure di blocco delle erogazioni e disposto il recupero dei 122.400 euro distribuiti sotto forma di reddito di cittadinanza e, in un caso, di pensione di cittadinanza, a chi ha dichiarato il falso per ottenere i contributi.
La carrellata di posizioni illecite è ben nutrita di casi, alcuni di quali ai limiti della decenza, con sia donne che uomini a fornire autocertificazioni risultate non veritiere sulla propria situazione reddituale. Finti nullatenenti, di fatto, che sulla carta dovranno restituire le somme indebitamente percepite anche se, purtroppo per la casse pubbliche, di tratta di denaro difficilmente recuperabile. Ad eccezione di un uomo originario del Senegal di 59 anni, irreperibile, e di due donne marocchine, tutti residenti da almeno 10 anni nel territorio nazionale, si tratta di cittadini a tutti gli effetti italiani per nascita.
In alcuni dei casi segnalati e illustrati dai finanzieri vicentini si sfiora l’accusa di truffa ai danni dello Stato. Sono in tutto 12 le persone sotto indagine per aver incamerato il reddito di cittadinanza manipolando la documentazione, a queste si aggiunge il caso di un napoletano di nascita residente a Cassola, A.F. le sue iniziali e di 73 anni, che ha richiesto la cosiddetta “pensione di cittadinanza“. Ottenendo più di 13 mila euro per un periodo di temo di circa un anno e mezzo dall’aprile del 2019, vagliati con attenzione dalle Fiamme Gialle di Bassano del Grappa fino al “blocco” disposto lo scorso autunno.
Tra i casi più clamorosi, che saranno trattati in maniera più approfondita, si riscontrano condotte astute mirate ad aggirare i controlli che hanno impegnato a fondo i militari della Guardia di Finanza berica. Da citare un soggetto che aveva stipulato un contratto di locazione di un appartamento da allegare alla documentazione inoltrata, per poi rescindere due giorni dopo, e chi in barba alla decenza ha dichiarato di essere nullatenente pur percependo ricavi da 26 immobili conteggiati dagli investigatori. Si tratta qui di una donna di 54 anni di Arsiero (M.F. le iniziali fornite), intestataria di 1/6 di quota su 19 terreni e 7 fabbricati. Il primo citato dovrà restituire, almeno teoricamente, 20.647 euro, mentre il secondo “solo” i 7.500 euro intascati finora.