Ricordo dell’Olocausto, a Vicenza posate quattro pietre d’inciampo
Per celebrare il Giorno della Memoria si è tenuta questa mattina una cerimonia in piazza Matteotti a Vicenza, accanto alla lapide in ricordo degli ebrei deportati da Vicenza ad Auschwitz, dove è stata deposta una corona d’alloro.
La cerimonia si è aperta osservando un minuto di silenzio in onore di tutte le vittime della persecuzione politica, della discriminazione razziale e della deportazione nei campi di concentramento, che culminarono con la morte di migliaia di prigionieri, tra i quali oltre diecimila internati militari vicentini, e lo sterminio del popolo ebraico nei lager nazisti.
Ha quindi preso la parola il sindaco Francesco Rucco: “Ricordare non è solo un dovere. È un diritto. Il diritto di sapere fin dove può spingersi la malvagità dell’uomo. Dove portano la discriminazione, l’ingiustizia, la propaganda di un’ideologia malata. Ricordare rafforza la consapevolezza che il male non è mai banale e si alimenta dove trova indifferenza. La memoria è un valore collettivo. Che va nutrito per arrivare anche dove trova difficoltà di ascolto. Un compito che Istituzioni e scuole devono sentire come prioritario. Noi lo sentiamo e consideriamo le pietre d’inciampo tasselli fondamentali per ricostruire la memoria della Shoah. Le abbiamo fortemente volute, incastonate in luoghi simbolo della nostra città perché ne rappresentino una parte integrante. Perché ci si possa fermare e riflettere, o anche inciampare, e chiedersi come è stato possibile”.
Successivamente sono intervenuti il prefetto di Vicenza, Salvatore Caccamo, Enrico Richetti che ha portato il saluto della Comunità Ebraica di Verona e Vicenza, e Nicoletta Morbioli, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale.
Hanno presenziato le autorità civili e religiose e un folto gruppo di associazioni combattentistiche e d’arma. Presenti alcuni studenti della scuola primaria Fraccon, della scuola secondaria di primo grado Scamozzi, che hanno seguito il corteo diretto verso il primo luogo in cui sono state posate le pietre d’inciampo in ricordo di Torquato e Franco Fraccon, padre e figlio. In corrispondenza di contra’ Santa Corona 25, infatti, sorgeva la sede della Banca Cattolica dove lavorava Torquato Fraccon.
Successivamente il corteo si è diretto in piazza delle Erbe 45 dove è stata posata la pietra d’inciampo in ricordo di Carlo Crico, accanto alla sua farmacia e abitazione.
Infine è stata collocata la pietra che porta il nome di Piero Franco, davanti alla sua casa, in contra’ porta Santa Lucia 44.
Le due pietre d’inciampo di contra’ Santa Corona sono dedicate a Torquato e Franco Fraccon. Nati a Pontecchio Polesine (Rovigo) Torquato Fraccon, funzionario bancario, e il figlio Franco Fraccon, studente di medicina, vivevano con la famiglia in strada della Commenda. Furono arrestati a Vicenza per aver dato rifugio all’estero a ebrei e ricercati e giunsero a Mauthausen come prigionieri politici tra l’11 e il 12 gennaio 1945. Vi rimasero in quarantena fino al 13 febbraio per poi essere portati prima nel sottocampo di Eisenerz (fino al 24 febbraio) e poi in quello di Pegau (fino all’8-10 aprile 1945) dove svolsero l’attività di manovali, per poi tornare a Mauthausuen dove morirono, Torquato l’8 maggio e Franco il 4 maggio 1945. A Franco Fraccon nel 1950 venne conferita la laurea ad honoris causa all’università di Padova. Alla memoria dei Fraccon è intitolata la scuola primaria Fraccon di Vicenza.
Carlo Crico, nato il 12 novembre 1902 a Vicenza, farmacista, vedovo, viveva con le figlie accanto alla farmacia al Redentore che gestiva in piazza delle Erbe. Fu deportato a Mauthausen l’11 gennaio 1945 dove morì il 7 marzo dello stesso anno. Antifascista, amico dei Fraccon, fu ospitato con Neri Pozza nella loro villa in strada della Commenda per proteggersi dai bombardamenti. Venne arrestato per aver collaborato con i Fraccon nel prestare aiuto agli ebrei e alle formazioni partigiane.
Piero Franco, nato il 17 agosto 1921 a Vicenza, studente universitario, sottotenente degli alpini, viveva in contra’ porta Santa Lucia 44. Il 30 dicembre 1942 si iscrive a Bologna alla Facoltà di Agraria. Partigiano; apparteneva alla Brigata Argiuna – Divisione Vicenza. Arrestato a Bassano del Grappa, fu deportato a Mauthausen l’11 gennaio 1945 dove fu attivo come manovale e dove morì l’8 aprile 1945 per deperimento e sevizie. Il 16 giugno 1954 l’Università di Bologna gli conferì, su richiesta dei genitori, la “laurea honoris causa”.