Agricoltore chiede 9 milioni di danni al Comune. “Mi vietano di accedere ai miei terreni”
Il titolare di un’azienda agricola di Sandrigo, stanco di dover attendere risposte e permessi che insistentemente richiede da quasi un decennio, invia una raccomandata ai consiglieri comunali chiedendo 9 milioni di euro di risarcimento al Comune. Un calcolo che si base sulla cifra autodeterminata in 3 mila euro al giorno, e si tratta di denaro che continuerà salire nel conteggio da domani, chiesti al fine di compensare i “patimenti” e i danni arrecati da un’ordinanza comunale che impedisce a Francesco Zanettin – e ai suoi collaboratori – di raggiungere i suoi capannoni a bordo di auto o camion, in piena campagna.
L’accesso alla strada Comunale dello Stracozzo, in campagna, infatti, dalla fine del 2015 è consentito solo a piedi o a bordo di macchinari agricoli (trattori), oppure solo in sella alle biciclette. Un problema non da poco, secondo la denuncia pubblica di Zanettin – che ha contattato tv locali e giornali per la sua singolare protesta – se si considera l’impossibilità di raggiungere la sede anche per clienti e fornitori oltre che per chi ci lavora, senza rischiare di vedersi comminare una multa dagli agenti di polizia locale, che dal canto loro applicano norme e regolamenti comunali. Sarebbero tre – finora – quelle che l’imprenditore agricolo ha già “incassato”.
Lo sfogo dell’agricoltore, che gestisce l’azienda omonima Zanettin Società Agricola SS con alcuni familiari, è alquanto esplicito. “Siamo presi di mira da polizia locale e Comune – ha dichiarato Zanettin – è una situazione paradossale, che pare davvero una barzelletta. E’ un’ordinanza illogica, che ci provoca danni continui, abbiamo tentato di mediare ma si va sbattere sempre contro un muro di gomma. Mia moglie, ad esempio, che non sa guidare un trattore, non può raggiungere i nostri terreni e capannoni se non a piedi o in bici: credono che l’agricoltura sia ferma a 500 anni fa”. Presente in loco la segnaletica fissa a segnalare l’interdizione.
E’ lo stesso Zanettin, a margine di un’intervista, a a spiegare le motivazioni dell’ammontare della maxi richiesta di risarcimento al Comune di Sandrigo: quei 9 milioni di euro “messi nero su bianco”, pur in assenza di querele o denunce nei confronti dell’ente. “Siamo vittime di questa situazione da tremila giorni, chiediamo tremila euro al giorno, dopo aver tentato in via bonaria di risolvere ma inutilmente. Domani invieremo una raccomandata a tutti i componenti del Consiglio Comunale. E aggiorneremo il conto ogni giorno”. Ad assistere la famiglia è l’avv. Sonia Peruzzo, citata nel testo della raccomandata in partenza. Oltre ai 9 milioni già richiesti, si preannuncia una seconda battuta di cassa per “il danno morale e psicologico, che sarà oggetto di successiva quantificazione”.
Da parte del Comune di Sandrigo, in attesa di approfondimenti, la richiesta è stata accolta con sorpresa, facendo presente che è possibile derogare al divieto attraverso delle apposite autorizzazioni, a quanto pare mai formalizzate dalla famiglia reclamante.