Boschi di pianura: entro il 2050 in regione si punta a 5mila ettari
Un obbiettivo ambizioso con l’intento di lanciare un messaggio chiaro. La salvaguardia dell’ambiente e il recupero di aree boschive è un tema sempre più d’attualità e vede molte realtà impegnate in progetti per il futuro del territorio. La settimana nazionale degli alberi è stata l’occasione per fare un bilancio sulla situazione boschiva, questa mattina a Sandrigo si sono tenuti gli Stati generali dei boschi di pianura, giunti alla quinta edizione, iniziativa di Veneto Agricoltura che punta a portare la pianura veneta a 5.000 ettari di superficie boscata entro il 2050. Nel corso della mattinata sono stati inoltre consegnati i premi “Jean Giono – L’Uomo che piantava gli alberi”, concorso che premia chi si è distinto nell’opera di far crescere il patrimonio forestale di pianura. I lavori sono stati conclusi dal Presidente del Consiglio della Regione del Veneto, Roberto Ciambetti.
“Se nel contesto generale internazionale –commenta Roberto Ciambetti-, si pensi alle recenti Conferenze mondiali sul clima, i risultati raggiunti spesso non riflettono le attese della pubblica opinione, ci sono per fortuna esempi a livello regionale, mi riferisco con orgoglio al lavoro svolto quotidianamente da Veneto Agricoltura, che invece punta a portare concreti contributi all’equilibrio del territorio. E’ il caso di questa iniziativa svoltasi questa mattina a Sandrigo”.
Osservando una cartina geografica, riguardante la distribuzione delle foreste in Europa, spicca uno spazio vuoto: quello della pianura padano-veneta che per millenni è stata sottoposta allo sfruttamento dell’uomo. Per avere a disposizione terre da coltivare, fin dai tempi dei romani, le comunità rurali del passato hanno eliminato in maniera pressoché totale l’originario manto forestale che copriva la nostra pianura. Si pensi che ai tempi della Repubblica Serenissima – uno Stato che metteva le politiche forestali in primissimo piano – le aree di pianura coperte da boschi erano pari all’1% della superficie agricola complessiva. Certamente erano altri tempi e lo sviluppo urbano e industriale non era pressante come lo è oggi, ma quell’1% di boschi di pianura, formato anche da querce e roveri da destinare all’Arsenale di Venezia, rappresentava un dato molto interessante.
Ed è proprio questo il punto cardinale fissato dai soggetti (esperti, ricercatori, agricoltori, amministrazioni pubbliche) che nel 2017 hanno sottoscritto – in occasione della prima edizione degli Stati generali dei boschi di pianura – la cosiddetta “Carta di Sandrigo”, il cui obiettivo è quello di decuplicare entro il 2050 l’attuale estensione dei boschi di pianura in Veneto, portandola a ben 5.000 ettari, vale a dire l’1% della superficie agricola veneta.
Con questi obiettivi, stamattina Sandrigo, si è tenuta l’edizione 2022 degli Stati generali dei boschi di pianura, un’occasione per fare il punto sullo “stato di avanzamento” della “crescita” del bosco di pianura veneto, che sembra già a buon punto visto che sono decine le amministrazioni comunali che hanno aderito a questa iniziativa mettendo a dimora diverse migliaia di alberi. Inoltre ci sono numerose altre iniziative, strumenti istituzionali e progetti privati, quali per esempio le leggi sui boschi urbani (si pensi al vasto Bosco di Mestre), la legge veneta sui Boschi didattici, ecc. che contribuiscono a sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica, i tecnici e le amministrazioni locali sull’importante ruolo svolto dai boschi di pianura per l’ambiente e il paesaggio. Al termine dell’incontro sono stati consegnati i quattro Premi “Jean Giono – L’uomo che piantava gli alberi”, giunto alla 4^ edizione, un’iniziativa che Veneto Agricoltura destina annualmente a chi si è contraddistinto nella promozione e realizzazione di superfici boscate in pianura.
Il Premio è intitolato allo scrittore francese Jean Giono (1895 – 1970) autore del racconto “L’uomo che piantava gli alberi”, una storia che narra le gesta di un uomo che negli anni della prima guerra mondiale compie una silenziosa quanto straordinaria opera di rimboschimento delle spoglie pendici della Provenza ridando vita alla terra e alla comunità del luogo. L’idea del Premio nasce dalla stessa mission di Veneto Agricoltura con la quale si intende promuovere la coltura e la cultura forestale sia degli ambiti montani che di pianura, comprese le finalità produttive e naturalistico-ambientali. Al riguardo si ricorda che l’Agenzia regionale gestisce il Centro Biodiversità Vegetale e Fuori Foresta di Montecchio Precalcino dove la tutela del germoplasma delle specie legnose autoctone si traduce in una produzione vivaistica di piantine di oltre 300 specie tra alberi, arbusti e piante erbacee. Veneto Agricoltura gestisce inoltre ben 16.000 ettari di boschi, pascoli e riserve del demanio regionale, nonché su incarico della Regione Veneto i Servizi Idraulico Forestali.
Come nelle precedenti due edizioni, anche quest’anno il Premio “Jean Giono” si è fatto in quattro, nel senso che le personalità premiate sono state quattro una per ciascuna categoria prevista: amministratore di bene pubblico; tecnico agronomo – forestale; imprenditore; volontario. Ciascun premiato riceverà 250 piante di alberi/arbusti prodotti dal Centro Biodiversità Vegetale e Fuori Foresta di Veneto Agricoltura che il vincitore destinerà per la realizzazione di un nuovo impianto o ad integrazione di un impianto esistente.
I VINCITORI DEL PREMIO “JEAN GIONO” 2022
ANTONIO BRUNORI – Categoria “Tecnico Agronomo Forestale”
Dottore Forestale, tra le molte cariche è Segretario Generale di PEFC Italia, organo di governo nazionale del sistema di certificazione Programme for Endorsement of Forest Certification schemes. Ha partecipato a progetti italiani ed internazionali di riforestazione e di gestione forestale sostenibile sui temi della legalità e della valorizzazione dei prodotti di origine forestale. Per la comunità di Campi di Norcia, dopo il terremoto del 2016, ha supportato la campagna “100 alberi per Campi”, finalizzata a rinverdire le aree colpite.
GIULIA LOVATO – Categoria “Imprenditrice”
Figlia di un’agricoltrice biologica, si occupa della Fattoria Didattica Sociale “La Vecchia Fattoria” di Bonavicina di San Pietro di Morubio. I sei ettari di terreno agricolo che la circondano sono diventati un magnifico bosco di querce, aceri, noci e salici, elemento importante per la comunità locale. Nel 2013 ha messo a dimora alberature su altri sette ettari, non lontano dalla Fattoria, con la convinzione di fare la propria parte per rinaturalizzare il territorio. Giulia Lovato è un esempio di “agricoltura virtuosa”, che rispetta l’ambiente, il lavoro e le persone.
PIETRO FRANCO – Categoria “Volontario”
Laureato in Biologia e con un PhD in Biologia marina, a soli 17 anni si mette in cammino per girare il mondo. Tornato in Italia nel 2016 Pietro Franco con l’Associazione Culturale “Rocciaviva”, insieme alle Organizzazioni internazionali “Plant for the planet Italia” ed “Ecosystem Restoration Camps”, dà inizio a “Magnus Lucus la rigenerazione degli ecosistemi nel Sud Italia“, progetto che attraverso la rinaturalizzazione del territorio punta a rigenerare l’ecosistema uomo. Tra il 2019 e il 2021 sono state messe a dimora 8.000 piante in località Masseria La Fiorita di Matera.
CHIARA GALLANI – Categoria “Amministratrice di bene pubblico”
Già Assessora all’Ambiente, siede oggi in Consiglio del Comune di Padova, di cui ha rifondato il Settore Verde avviando numerosi progetti nel campo della gestione del verde e dell’incremento della copertura arborea nelle aree urbane. Ha dato un impulso senza precedenti alla forestazione urbana con specie di alberi e arbusti autoctoni. Il piano del verde di Padova prevede l’impianto di 20.000 nuovi alberi entro il 2039. Col progetto “PADOVA O2”, nel 2019 sono stati messi a dimora 10.000 nuovi alberi e arbusti al fine di aumentare la copertura delle chiome in ambito cittadino per mitigare il clima, aumentare la biodiversità e immagazzinare CO2 atmosferica.