Partita di calcio “vietata” con 120 partecipanti, nel campo di via Da Ponte
Centoventi partecipanti alla partita “vietata”, fra spettatori e giocatori (una ventina). E’ la protesta, pacifica e ironica, andata in scena domenica pomeriggio a Sandrigo in via Da Ponte, nel campetto da calcio che dal 10 ottobre scorso è stato proibito a chi ha più di 14 anni.
La misura, come ha riconosciuto lo stesso sindaco Giuliano Stivan, è stata presa per venire incontro alla richiesta di una petizione di 50 residenti infastiditi dalla frequente presenza nell’area – che non è un vero e proprio campo da calcio, ma solo uno spazio verde non recintato fra le case, in cui sono state installate due porte – di una ventina di richiedenti asilo. Nel territorio comunale ne sono ospitati più di 150, nei due hotel del paese, sotto la responsabilità delle cooperative Con Te ed Aurora. L’installazione attorno a tutto il campetto dei cartelli arancioni riportanti il divieto ha provocato due conseguenze: da un lato, i richiedenti asilo dal 10 ottobre non si sono più fatti vedere. Dall’altro decine di altri cittadini e residenti della zona, anche via Facebook, in modo goliardico ma chiaramente con l’intento di protestare hanno organizzato una partita per “ultra 14enni, adulti e pensionati” domenica pomeriggio.
Il match di protesta si è concluso con una forte partecipazione e senza nessuna multa staccata dai vigili. “E’ andata benissimo, dalle 15 in poi si sono radunate circa 120 persone. Una ventina di ragazzi “autoctoni” hanno giocato nel campo, alternandosi a gruppi fino a quasi le 18. Molti vicini sono scesi per dimostrare solidarietà, specificando che loro non avevano firmato”. In parallelo, durante l’appuntamento è partita una contro-petizione.