Schiuma nel Bacchiglione a Debba: sopralluogo di Provincia, Comuni, Arpav e Polizia provinciale
A distanza di poco più di un mese torna la schiuma bianca nel Bacchiglione in zona Ponti di Debba. Un fenomeno che la Provincia di Vicenza e i Comuni interessati, Vicenza e Longare, hanno seguito allora e seguono ora con estrema attenzione. A testimoniarlo, un sopralluogo congiunto giovedì pomeriggio.
A verificare in prima persona lo stato di salute del Bacchiglione si sono ritrovati il presidente Francesco Rucco, che è anche sindaco del Comune di Vicenza, il consigliere provinciale Matteo Zennaro, che è anche sindaco del Comune di Longare, il consigliere provinciale con delega all’ambiente Matteo Macilotti accompagnato dal dirigente del settore ambiente Filippo Squarcina, i tecnici Arpav con la direttrice del dipartimento di Vicenza Francesca Daprà, la Polizia Provinciale con il vicecomandante Gianluigi Mazzucco.
La Polizia Provinciale era già intervenuta nella mattinata di giovedì, quando la presenza di schiuma bianca era più massiccia. La stessa Arpav, come ha sottolineato Daprà, aveva già fatto i campionamenti. Al momento del sopralluogo nel pomeriggio, invece, la quantità di schiuma era già drasticamente diminuita.
A fine maggio le analisi di Arpav avevano evidenziato che la presenza di schiuma era dovuta a fenomeni naturali, un mix combinato di temperatura elevata e carenza di acqua. Cause che permangono e anzi ad un mese di distanza sono diventate emergenza in buona parte del territorio provinciale e non solo. Tuttavia gli enti interessati vogliono procedere a nuove analisi.
“Ci siamo attivati non appena abbiamo avuto le prime segnalazioni – ha sottolineato il presidente e sindaco Rucco – vogliamo conoscere con precisione le cause di questo fenomeno per intervenire nella maniera più efficace. Se viene confermata la causa naturale ne prenderemo atto, ma se ci saranno concause di diverso tipo prenderemo provvedimenti. Tra qualche giorno avremo a disposizione l’esito delle analisi di Arpav e le approfondiremo in un tavolo con tutti gli enti interessati: Comuni, Provincia, Arpav, ma anche Viacqua in qualità di gestore idrico, Consiglio di Bacino, Genio Civile”.
Sarà il consigliere Macilotti a farsi parte attiva per la convocazione del tavolo. “E’ necessario che ognuno intervenga per quanto di propria competenza – ha affermato Macilotti – la sinergia che già c’è tra enti ci permette di velocizzare i tempi di decisione e di intervenire con prontezza. Prima, però, è fondamentale avere a disposizione l’esito delle analisi”.
A presidiare il tratto di Bacchiglione che scorre sotto il ponte di Debba anche il consigliere e sindaco Zennaro. “La schiuma densa di stamattina ci ha messi in allarme – ha raccontato – tanto che ci siamo attivati subito con la Polizia Provinciale e con Arpav per le doverose analisi e per non lasciare nulla di intentato. Vogliamo risolvere il problema e interverremo con decisione, se verranno evidenziate responsabilità”.
Arpav non esclude nulla. “La temperatura dell’acqua è elevata, tanto da superare i 25 gradi – ha sottolineato la direttrice Daprà – di contro, la portata del fiume è bassa. A queste cause potrebbero però aggiungersene altre, quindi attendiamo le analisi per ogni tipo di considerazione”.
La presenza della schiuma era già stata segnalata, in mattinata, dalla consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda: “È l’ennesima segnalazione che porto in Consiglio regionale di fiumi e canali veneti in queste condizioni!Nonostante la rassicurazione da parte delle autorità preposte, mi chiedo se ci si debba abituare a tutto questo ritenendolo ‘giustificabile’. A quanto pare siamo già in presenza di una nuova moria di pesci dopo le tonnellate rimosse il mese scorso. Le preoccupazioni dei residenti e di chi frequenta il fiume sono più che giustificate, infatti ho presentato una interrogazione in Consiglio sui fatti dello scorso maggio e sono ancora in attesa di risposta.Lo stato di salute dei nostri corsi d’acqua riguarda tutti e non possiamo limitarci ad attendere che il danno passi: la siccità dovrebbe rendere scontata la protezione della poca acqua rimasta. Dobbiamo aumentare i controlli sui corsi d’acqua, a monte e a valle, specie nelle zone più critiche, dove ci sono scarichi o in presenza di impianti di depurazione. Segnaliamo sempre”.