Smog, Vicenza fra le città peggiori. L’inquinamento provoca in Italia 56 mila morti l’anno


Vicenza è fra le città più inquinate d’Italia: la conferma viene dal Rapporto Mal’Aria 2023 di Legambiente. Sul banco degli imputati, soprattutto le polveri sottili, le famigerate Pm2.5 e Pm10.
Secondo il nuovo report di Legambiente “Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi”, redatto e pubblicato nell’ambito della Clean Cities Campaign, i livelli di inquinamento atmosferico in molte città sono ancora troppo alti e lontani dai limiti normativi, più stringenti, previsti per il 2030. Il report ha messo in evidenza i dati del 2022 nei capoluoghi di provincia, sia per quanto riguarda i livelli delle polveri sottili (Pm10, Pm2.5) che del biossido di azoto (NO2).
Vicenza è invece fra le città che devono lavorare di più per ridurre le loro concentrazioni di Pm2.5 per adeguarsi ai nuovi target europei (20 µg/mc – microgrammi per metro cubo – da non superare per il Pm10, 10 µg/mc per il Pm2.5, 20 µg/mc per l’NO2): deve abbassarle del 57%, come dovranno fare anche Milano, Cremona, Padova; Monza, bandiera nera, dovrà invece ridurle del 60%; Bergamo, Piacenza, Alessandria e Torino del 55%; Como del 52%; Brescia, Asti e Mantova del 50%.
Per quel che riguarda la PM10, invece, sono ben 29 città delle 95 monitorate nel 2022, che hanno superato gli attuali limiti normativi per gli sforamenti (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo) con le centraline di Torino al primo posto con 98 giorni di sforamento, seguita da Milano con 84, Asti 79, Modena 75, Padova (Arcella) e Venezia (Tagliamento) con 70. Si tratta di città che hanno di fatto doppiato il numero di sforamenti consentiti.
Anche Vicenza è fra queste 29: la centralina del Quartiere Italia ne ha infatti registrati 58, quella di San Felice 60. Il valore medio annuale per le Pm2.5 si attesta inoltre a 23 microgrammi al metro cubo, poco al di sotto del limite normativo di 25 microgrammi mentre per le Pm10 si ferma a 32 microgrammi, un po’ più distante dalla soglia massima di 40.
“L’inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale, ma anche un problema sanitario di grande importanza”, dichiaraStefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “In Europa, è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l’Italia registra un triste primato con più di 52 mila decessi annui da PM2.5, pari a 1/5 di quelli rilevate in tutto il continente. È necessario agire con urgenza per salvaguardare la salute dei cittadini, introducendo politiche efficaci ed integrate che incidano sulle diverse fonti di smog, dalla mobilità al riscaldamento degli edifici, dall’industria all’agricoltura. In ambito urbano è fondamentale la promozione di azioni concrete sulla mobilità sostenibile attraverso investimenti importanti sul trasporto pubblico, il ridisegno dello spazio cittadino con pedonalizzazioni e zone 30, politiche di promozione dell’uso delle due ruote in sicurezza, la diffusione delle reti di ricarica dei mezzi elettrici, facilitando la scelta di ridurre fortemente l’uso dell’auto privata. Chiediamo al Governo, alle Regioni e ai Comuni, di mettere in campo azioni coraggiose per creare città più pulite e sicure. La salute è un diritto fondamentale che non può essere compromesso”.
Le proposte di Legambiente
Per combattere l’inquinamento in ambito urbano, Legambiente propone una serie di interventi “a misura di città”: