“E’ arrivato il tempo di tornare a correre”. Un male subdolo porta via Marco, neolaureato e calciatore
Una famiglia che piange la prematura morte di un figlio dopo aver insieme a lui lottato a lungo contro la malattia, una comunità – quella di Sovizzo – che non si capacita per una vita spezzata a soli 25 anni, tutto il cordoglio del calcio vicentino dilettantistico, che perde uno dei “suoi” giovani, caparbi e appassionati atleti innamorati del pallone.
Si è spento nelle scorse ore Marco Carlotto, un nome noto per chi frequenta il mondo del calcio locale e la cui storia di sofferenza era a conoscenza di molti, non solo nel paese dove era cresciuto e ha vissuto con la famiglia. In un’intervista, seguente al Pallone d’Oro del calcio vicentino ricevuto nel 2021, aveva raccontato con dignità e determinazione la sua battaglia contro il tumore.
Una crescita, la sua, da intendersi in ambito personale, culminata con la laurea in Economia Aziendale raggiunta nonostante le terapie in corso, meno di tre anni fa. E allo stesso modo anche sportiva, con il passaggio dal settore giovanile neroverde alla prima squadra, di cui in breve tempo era già diventato una colonna. Giocava nel ruolo di difensore, prediligendo la fascia viste le doti nella corsa, fino allo “sgambetto” di un male subdolo che ne ha interrotto prima la carriera e, infine, la vita. Club di casa non aveva voluto lasciare, dimostrando un attaccamento e un coraggio insieme fuori del comune, nemmeno quando il progredire del male che lo aveva colpito non ne consentiva più la pratica sul campo.
Si era messo a disposizione degli amici suoi compagni di squadra e dello staff del Sovizzo Calcio, come collaboratore del dietro le quinte, presente a bordo campo fin quando il male che lo attanagliava glielo ha concesso. Senza mai accantonare la speranza di ritornare a calzare le scarpe da calcio e la divisa neroverde, nemmeno nelle fasi più acute delle cure, un desiderio condiviso da chi gli voleva bene. Ma che il destino gli ha negato. Il suo stato di salute era peggiorato nelle ultime settimane; di ieri la notizia del decesso (avvenuto lunedì) che ha portato inevitabilmente un velo di malinconia all’interno del club dove oggi si ricorda il giovane Marco con il cuore in mano.
Un atto di generosità, quello compiuto da Marco nel dedicarsi alle “faccende” da dirigente sportivo, oltre che l’ulteriore dimostrazione di una passione pura per il pallone e per ciò che crea intorno a campo e spogliatoi in termini di aggregazione e legami personali. E che, in giorni contraddistinti dalla tristezza e dai dubbi che una morta così prematura comporta in chi gli voleva bene, assume un valore ancora più significativo e prezioso. “Ha combattuto come un leone, con grande spirito e coraggio” ha detto uno degli allenatori che lo aveva seguito sin da bambino, “tutte le persone che lo hanno incontrato conserveranno sempre il ricordo di un ragazzo solare, allegro cui era impossibile non volere bene” fa eco un altro dei mister, facendosi interpreti del pensiero di molti tra gli amici del calcio.
“E’ arrivato il tempo di tornare a correre, là dove nulla ti potrà mai più fermare”, così si conclude il messaggio dedicatogli dalla società sportiva.