Ignoto spara a un’asina nel recinto, intorno affollato di gente. Indagini finora senza esito
Sul chi ha premuto il grilletto di un fucile a pallettoni rimane per ora un mistero, mentre le certezze risiedono nel fatto che qualcuno si è reso responsabile, ai primi di novembre, di un atto esecrabile e pericoloso anche per l’incolumità di una quindicina di persone oltre che per tre esemplari di asino custoditi a Montemezzo, piccolo agglomerato di abitazioni e terreni sulle colline di Sovizzo.
A rimanere ferita, al muso, e solo per pochi centimetri senza riportare danni irreparabili agli occhi, è stata l’unica femmina presente in quel pomeriggio di sabato 3 novembre. A colpirla una decina di pallini, che potevano ucciderla. Difficile pensare, secondo le testimonianze raccolte, che si sia trattato di un errore di mira o una fucilata accidentale. E, a ormai due mesi di distanza dall’episodio, manca ancora il nome del responsabile.
L’allarme era scattato poco prima delle 17, un attimo dopo dopo aver udito distintamente degli spari da una distanza non certo ragguardevole vista la natura dell’arma utilizzata – si sospetta un fucile a canna liscia con munizioni spezzate -, colpendo il malcapitato animale, “impazzito” e impossibile da rendere docile a causa del dolore. Più tardi si è proceduto alla sua cattura per affidarlo alle cure veterinarie in un secondo momento, dopo aver segnalato la vicenda alle guardie zoofila di Enpa Vicenza. Si cerca un probabile cacciatore, avvistato nei paraggi dai presenti, in quel giorno vestito con abbigliamento militare e berretto.
Si tratta di un animale “amico” degli ospiti del centro, utilizzato per la pet therapy. A causa del dolore patito per i pallini di fucile, l’asina adulta era era riuscita a divellere la recinzione scappando nella vegetazione intorno, prima di venire recuperata dopo circa mezz’ora dai responsabili della struttura. Dopo la visita veterinaria, è stata medicata e si è ristabilita nell’arco di qualche giorno, ma poteva andare molto peggio, e lo stesso vale per gli altri asini e le persone a distanza ravvicinata dall’animale preso di mira.
Da parte di Renzo Rizzi, del Nucleo Guardie Zoofile Enpa, un appello al sindaco cittadino Paolo Garbin: “Chiedo di intervenire almeno creando una zona protetta – spiega il portavoce – intorno alla struttura. E’ nelle sue facoltà essendo il responsabile della sicurezza della sua collettività, servirebbe per dare un segnale a quei cittadini con la fedina penale pulita che si comportano sfrontatamente in quel modo contando sull’impunità’.