Stangata a tavola: +10,2%. Coldiretti: “Troppa dipendenza dall’estero, a rischio 3 milioni di persone”
Il caro vita fa salire il prezzo del cibo del 10,2% e anche le famiglie vicentine sono messe a dura prova, con previsioni pessime, che non prevedono cambiamenti in meglio a breve termine e fanno invocare “politiche sociali adeguate”. “Non c’è tempo da perdere, oltre 2,6 milioni di persone sono a rischio alimentare”, è il grido d’allarme di Coldiretti.
“Per porre freno all’escalation di aumenti a cui stiamo assistendo è indispensabile che il governo studi un pacchetto di misure, urgenti ed efficaci, per sollevare le famiglie e le imprese dal salasso che già da mesi sta gravando su di loro. La situazione si è fatta insostenibile e si continua a parlare di misure di austerity, ma non di azioni concrete in grado di alleggerire le bollette, rinviando il problema, forse, all’insediamento del nuovo governo”.
Con queste parole Coldiretti Vicenza commenta l’aumento complessivo medio del 10,2% che ha costretto i consumatori a tagliare gli acquisti in quantità nel carrello della spesa, secondo l’analisi di Coldiretti sui dati Istat relativi all’inflazione ad agosto, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, che con un balzo generale dell’8,4% raggiunge il top dal 1985.
Il balzo dell’inflazione costerà alle famiglie 564 euro in più solo per la tavola nel 2022, a causa del mix esplosivo dell’aumento dei costi energetici legato alla guerra in Ucraina e del taglio dei raccolti per la siccità, secondo le proiezioni di Coldiretti. I prezzi dei beni alimentari non lavorati come frutta e verdura aumentano su base annua del +9,7%, anche per effetto delle speculazioni che sottopagano le produzioni agli agricoltori e fanno triplicare i prezzi dell’ortofrutta dai campi alla tavola.
Crolla l’acquisto di frutta e verdura
Per effetto delle difficoltà economiche e del caro prezzi nel carrello della spesa i consumatori hanno tagliato gli acquisti di frutta e verdura, che crollano nel 2022 dell’11% in quantità rispetto allo scorso anno, su valori minimi da inizio secolo. Inoltre, i consumatori hanno ridotto del 16% le quantità di zucchine acquistate, del 12% i pomodori, del 9% le patate, del 7% le carote e del 4% le insalate, mentre per la frutta si registra un calo dell’8% per gli acquisti di arance.
“Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne – denuncia Coldiretti Vicenza – dove più di un’azienda agricola su dieci è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben oltre un terzo del totale si trova comunque costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea. In agricoltura si registrano, infatti, aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio”.
“Dipendenza alimentare dall’estero, a rischio qualità e sicurezza”
A spingere i rincari è però anche l’aumento della dipendenza alimentare dall’estero è il fatto che nel 2022 le importazioni di prodotti agroalimentari dell’estero, dal grano per il pane al mais per l’alimentazione degli animali, sono cresciute in valore di quasi un terzo (+29%), aprendo la strada anche al rischio di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi cinque mesi dell’anno.
“Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “bisogna intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro.
La crisi nel bicchiere: “+ 11% acqua, +10,5% succhi”, allarme anche per vino e birra
Il caro energia si trasferisce valanga nel bicchiere, con aumenti di prezzo che vanno dal +11% per l’acqua minerale al +10,5% per i succhi di frutta, fino al +7% delle bibite gassate sotto pressione per gli elevati costi di estrazione dell’anidride carbonica ad uso alimentare. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli ultimi dati Istat relativi all’inflazione, nel sottolineare che forti aumenti dei costi di produzione si registrano anche per le bevande alcoliche più diffuse, dalla birra al vino.
“A pesare sono i costi di produzione in campi e vigneti, che – sottolinea Coldiretti Vicenza – vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigare i raccolti. Il caro energia e la mancanza di materia prime si fanno sentire lungo tutta la filiera, insieme all’aumento di costi per imballaggi, bancali, contenitori di plastica, vetro, metallo, etichette e tappi. Costi indiretti che vanno dal vetro, rincarato di oltre il 30% rispetto allo scorso anno, al tetrapack, con un incremento del 15%, dal +35% delle etichette al +45% per il cartone, dal +10% costi per le lattine, fino ad arrivare al +70% per la plastica. Una situazione che è destinata ad esplodere in autunno, con un prevedibile balzo dei listini di vendita”.
“Il comparto alimentare richiede – prosegue Coldiretti Vicenza – ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, il funzionamento delle macchine e la climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro (8,6 Mtep). Si tratta di una bolletta energetica pesante nonostante nel tempo si sia verificato un contenimento dei consumi energetici grazie alle nuove tecniche e all’impegno degli agricoltori per la maggiore sostenibilità delle produzioni anche con l’adozione di tecnologie 4.0 per ottimizzare l’impiego dei fattori della produzione”.
“2,6 milioni di persone a rischio alimentare”
“Non c’è tempo da perdere e non possiamo aspettare le elezioni e il nuovo Governo ma bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia che mettono a rischio imprese e famiglie in settori vitali per il Paese” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “con i rincari d’autunno insieme al sistema produttivo sono a rischio alimentare oltre 2,6 milioni di persone che in Italia sono costrette a chiedere aiuto per mangiare e rappresentano la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui rischia di trovarsi un numero crescente di famiglie a causa dell’inflazione spinta dal carrello della spesa per i costi energetici e alimentari”.