Stazione, “il monumento ai ferrovieri caduti lasciato nel degrado”. La denuncia di un lettore
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un nostro lettore, che denuncia l’incuria in cui, nei pressi dei binari “giardino” della stazione ferroviaria di Vicenza, è lasciato il monumento .
E’ proprio in tempi bui come questi che ci si dovrebbe rendere conto dell’importanza del sacrificio delle generazioni passate, e della necessità di insegnare il rispetto e la memoria alle generazioni presenti e future. Uno dei modi per trasmettere l’insegnamento e l’importanza dei valori è quello del mantenimento del decoro dei monumenti dedicati ai caduti, non solo in guerra, ma anche sul lavoro.
In molti casi sono associazioni e volontari ad occuparsi del mantenimento del decoro, a supporto di comuni ed amministrazioni locali. Purtroppo però vi sono anche monumenti lasciati non solo in completo stato di abbandono, ma esposti pure ad atti vandalici e di disprezzo gratuito: è questo il caso del monumento ai ferrovieri caduti sul lavoro ed in guerra, sito presso i binari “Giardino” della stazione di Vicenza, costantemente oggetto di incuria e degrado, talvolta persino vituperato ed utilizzato nel suo retro come orinatoio, o come luogo nascosto dove drogarsi, nascondere stupefacenti o appartarsi in mezzo alla vegetazione circostante. E tutto intorno cosa troviamo? Erbacce, rifiuti, talvolta deiezioni (anche umane), un palo della luce distrutto ecc. Il monumento in sé, risulta poi mancante di alcuni pezzi (andati in frantumi col tempo grazie a vandalismo e disattenzione), sporco e i nomi di alcuni caduti, posti su dei paletti con targhetta, hanno rischiato più volte di finire in mezzo ai rottami, salvo venire prontamente recuperati da un amico di chi scrive e posizionati attorno al monumento, nella speranza che non vengano dispersi nuovamente.
Lo scrivente stesso in passato ha invece più volte segnalato il degrado a Rfi tramite l’apposita pagina internet: le risposte sono sempre state gentili e concilianti e promettenti un riordino dell’aerea, mai eseguito. Tutt’al più si è provveduto dopo un po’ di tempo a tagliare giusto qualche erbaccia.
A livello di sicurezza, la presenza di persone con dubbi traffici non è mai calata, seppur più volte segnalata alle autorità competenti, che purtroppo spesso hanno le mani legate rispetto alla situazione di degrado che coinvolge più in generale l’area della stazione di Vicenza: l’intervento delle autorità di pubblica sicurezza c’è ed è tempestivo, ma poi il degrado continua a rimanere.
Credo che vedere così ridotto un monumento ai caduti faccia piangere il cuore e costituisca un’offesa alla memoria e alla civiltà, specie a come chi scrive, che tra quei caduti iscritti sul monumento non solo ha il suo bisnonno, morto in stazione a Vicenza sotto i bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale mentre era in servizio come ferroviere, ma che essendo ferroviere pure lui sente il bisogno di ricordare anche tutti i colleghi caduti, sul lavoro e in guerra.
Si tratta di rispetto, e l’offesa che stanno ricevendo le persone che il monumento ricorda, è inaudita.
La memoria del passato, che in questi mesi tanto viene citata dai nostri politici, e talvolta fin troppo strumentalizzata, va mantenuta viva, così come è necessario trarre insegnamento dai purtroppo numerosi morti sul lavoro che tutt’oggi tristemente riempiono le pagine dei giornali; rispetto e memoria sono le prime azioni per porre le basi per migliorare il nostro futuro e la nostra società.
La speranza è che questo articolo possa nel suo piccolo giungere al cuore e alle menti dei lettori, specie se fra loro vi è chi può fare la differenza: non vorremmo mai che, dopo essere stato deturpato e abbandonato, questo monumento venga pure cancellato quando avverrà la riqualificazione della stazione con l’arrivo della tanto chiacchierata Alta Velocità; sarebbe come negare la memoria di chi ha sacrificato la sua vita in servizio: non sarebbe in fondo anche questa una forma di negazionismo?
Giacomo Zampieri, Vicenza