Top e flop, il voto vicentino tra successi e qualche tonfo. E a Lastebasse Leoni fa 90

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E’ una tornata elettorale che ha toccato 75 dei 121 comuni vicentini quella appena passata, con inevitabili sorprese, ma anche molte conferme. Tra le più trionfali, quella del sindaco di Lastebasse Emilio Leoni – che indossa la fascia di primo cittadino ininterrottamente dal 1995 con una pausa solo nel 2004 – con quasi il 90% dei consensi e quella del primo cittadino di Tonezza Franco Bertagnoli, confermato al secondo mandato con oltre l’87% dei voti.

Ottima anche la performance, salendo nell’Altopiano dei Sette Comuni e precisamente ad Asiago, del sindaco uscente Roberto Rigoni Stern che il suo terzo mandato l’ha riacciuffato facendo incetta di quasi l’80% dei voti: confermatissimi anche i due 37enni Davide Faccio a Trissino – anche per lui siamo al tris – ed Enrico Costa a Colceresa, rispettivamente col 77,8% e il 77,12%. Ma sono tanti gli amministratori che grazie all’opportunità del terzo mandato si sono ripresentati al voto ottenendo risultati più che lusinghieri. La conferma che la voglia di cambiare, quella svolta spesso invocata come mantra è, molto probabilmente, direttamente proporzionale all’incapacità del primo cittadino – e della sua compagine – di leggere tra le righe di tempi che cambiano ponendosi comunque come riferimento e guida sicura in grado di sopperire a bisogni e servizi molto più basici di promesse elettorali troppo rivoluzionarie e avveniristiche.

E’ il caso di Dino Magnabosco a Montebello, pronto ad un nuovo lustro con il tricolore in vista grazie al 75,3% dei consensi, Umberto Poscoliero a San Vito di Leguzzano che di voti ne ha raccolti ben il 74,48% e Mosè Squarzon che a Monte di Malo ha sbaragliato gli altri tre competitori convincendo il 72,79% degli elettori: storia a sè invece per Germano Racchella che, nonostante il ventesimo anno consecutivo alla guida di Cartigliano, ha trionfato alle urne con un 73,36% di preferenze che non lascia spazio a dubbi di sorta sul suo gradimento.

Tre le conferme, stavolta per un bis, agguantate con risultati comunque altrettanto inequivocabili: da Francesco Lanaro che a Cornedo amministrerà ancora forte del 74,18% dei voti, a Luigi Pellanda che a Tezze sul Brenta non ha avuto storia grazie ad un rotondo 75,08% dei consensi per arrivare a Ciro Piccoli che a Montegaldella siederà ancora nello scranno più alto di Via Roma avendo ottenuto il 70,49% delle preferenze totali. Indiscutibile infine il successo, che le è valso un bis senza appelli, anche per la neo rieletta sindaca di Arzignano Alessia Bevilacqua: il 70,27% degli elettori della città del Grifo non hanno avuto dubbi a rinnovarle quella fiducia ottenuta grazie a presenzialismo e stile accomodante che hanno fatto la differenza sulle pur valide proposte avversarie.

Ma per chi gioisce, c’è sempre chi piange: se non i diretti interessati, sicuramente i magri risultati ottenuti. Fanno senz’altro notizia da questo punto di vista, i 14 voti pari al 0,79% del totale, ottenuti a Monte di Malo dal candidato sindaco Antonio Dal Pozzolo: poco meglio fa Sara Di Nicoli che a Caltrano con una quarantina di consensi si ferma ad un ininfluente 2,85%. Sotto alla soglia psicologica del 10% anche Giovanni Furlani ad Altavilla (5,55%), Valentina Diddoro a Trissino (8,39%) e Luigino da Meda a Isola Vicentina (9,48%): per alcuni di questi, oltre ad un esito già particolarmente pesante, le porte del consiglio non si apriranno nemmeno per un posto tra le fila dell’opposizione.

Delusione ancora per due sindaci storici, noti nel vicentino per il loro attivismo e il loro indubbio carisma: Erminio Masero a Piovene Rocchette ed Emanuele Munari a Gallio, non potranno, almeno per ora, godersi il triplete. Tutti e due vicini a Fratelli d’Italia, si sono arresi di fronte alla “novità” nonostante il risultato ottenuto alle Europee dal partito di riferimento suggerisse tutt’altro. Altra partita. Ha incuriosito molti, infine, anche il caso di Salcedo dove l’inossidabile Giovanni Gasparin, nonostante il commissariamento subito a marzo dopo il voto che l’ha sfiduciato, non ci ha ripensato due volte candidandosi ancora per quel municipio amministrato per oltre tre decenni: ma stavolta, a impedirglielo, è stato l’esito delle urne.