Tra i 376 detenuti ai domiciliari per il “rischio Covid-19” sono 6 gli scarcerati a Vicenza
Lo spinoso tema d’attualità della scarcerazione di boss mafiosi e criminali in genere tocca nel vivo anche la casa circondariale “Del Papa” di Vicenza, comunemente conosciuta anche come carcere del quartiere di San Pio X. Tra i 376 detenuti a cui sono stati concessi gli arresti domiciliari in Italia, di fatto usciti dalle celle sicurezza, ci sarebbero anche sei (ex) ospiti della struttura berica tra gli 11 complessivi in Veneto. A monte dei provvedimenti l’emergenza sanitaria, vale a dire il presunto pericolo di infezione da coronavirus per soggetti già gravati da altre non meglio specificate patologie.
A rivelarlo un’indagine del Corriere del Veneto, che cita anche i nomi di una parte dei sei “fuoriusciti” dal penitenziario ospitato nel capoluogo berico. Nessuno tra loro è vicentino, tutti infatti provengono da fuori regione: Puglia, Calabria e Campania, implicati in diverse inchieste su criminalità organizzata e spaccio di stupefacenti.
Tra questi i nomi più noti alle cronache sono quelli di Armando Savorra, Antonio La Selva, Vincenzo Pellegrino e Antimo Rolando Vasapollo, contenuti nella lingua lista di quasi 400 condannati – su circa 60 mila attualmente detenuti in Italia – per reati di vario genere ieri resa nota alla Commissione Parlamentare Antimafia. Si trovavano da alcuni mesi in una nuova ala della struttura carceraria sotto stretta sorveglianza, “liberati” su richiesta di avvocati con certificati medici alla mano valutati dai magistrati competenti.
In base ai principi di diritto alla salute, agli 11 detenuti sono state concesse misure alternative per scontare la pena residua a casa. Alcuni tra loro dovrebbero tornare dietro le sbarre una volta terminata la fase emergenziale, altri invece concluderanno l’espiazione al proprio domicilio prescelto. Nessuno tra i citati, in ogni caso, era in regime di cosiddetto “carcere duro”, il 41-bis.